Porti
koper
05 luglio 2016
Koper sciopera contro la privatizzazione
05 luglio 2016 - koper - Tre giorni di sciopero contro la privatizzazione del porto di Capodistria hanno bloccato il trasporto di merci in Slovenia.
Ieri i dipendenti dello scalo sono tornati al lavoro per un turno di otto ore, ma la protesta contro il governo non si arresta. Viene contestato il progetto di creare un’Autorità portuale dello scalo, a cui sarà demandato il compito di assegnare concessioni a operatori privati, sul modello di quanto avviene nella maggior parte dei paesi europei.
La gestione dello scalo è assegnata a una società pubblica, Luka Koper, che opera in autonomia. Il modello aveva raccolto consensi grazie al successo della gestione in termini di traffici, tanto da rendere in pochi anni il porto di Capodistria un insidioso concorrente per il vicino porto di Trieste. La decisione di cambiare modello non ha convinto lavoratori e sindacati, che affermano che lo scalo perderà valore con la privatizzazione.
Il programma governativo prevede investimenti per 290 milioni di euro in infrastrutture, che comprendono l’ampliamento del terminal container (che potrà accogliere fino a due megaportacontainer da 350 e 400 metri) e un terminal ro-ro. Per quanto riguarda i container, la banchina verrà estesa di 100 metri verso ponente (5,2 milioni di euro di spesa prevista) e il fondale portato a 15 metri (8,5 milioni di euro). Verso levante verranno attrezzati ulteriori 150 metri di banchina nell’area del terminal ro-ro (34,4 milioni di euro), mentre un’altra banchina verrà attrezzata per il general cargo (23 milioni). Circa 160 milioni di euro verranno utilizzati per le casse di colmata dove raccogliere i sedimenti prodotti col dragaggio, 20 milioni per la modernizzazione della rete stradale interna allo scalo e degli ingressi, 15 milioni per la rete ferroviaria interna.
© copyright Porto Ravenna News
Ieri i dipendenti dello scalo sono tornati al lavoro per un turno di otto ore, ma la protesta contro il governo non si arresta. Viene contestato il progetto di creare un’Autorità portuale dello scalo, a cui sarà demandato il compito di assegnare concessioni a operatori privati, sul modello di quanto avviene nella maggior parte dei paesi europei.
La gestione dello scalo è assegnata a una società pubblica, Luka Koper, che opera in autonomia. Il modello aveva raccolto consensi grazie al successo della gestione in termini di traffici, tanto da rendere in pochi anni il porto di Capodistria un insidioso concorrente per il vicino porto di Trieste. La decisione di cambiare modello non ha convinto lavoratori e sindacati, che affermano che lo scalo perderà valore con la privatizzazione.
Il programma governativo prevede investimenti per 290 milioni di euro in infrastrutture, che comprendono l’ampliamento del terminal container (che potrà accogliere fino a due megaportacontainer da 350 e 400 metri) e un terminal ro-ro. Per quanto riguarda i container, la banchina verrà estesa di 100 metri verso ponente (5,2 milioni di euro di spesa prevista) e il fondale portato a 15 metri (8,5 milioni di euro). Verso levante verranno attrezzati ulteriori 150 metri di banchina nell’area del terminal ro-ro (34,4 milioni di euro), mentre un’altra banchina verrà attrezzata per il general cargo (23 milioni). Circa 160 milioni di euro verranno utilizzati per le casse di colmata dove raccogliere i sedimenti prodotti col dragaggio, 20 milioni per la modernizzazione della rete stradale interna allo scalo e degli ingressi, 15 milioni per la rete ferroviaria interna.
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