Porti
ravenna
27 gennaio 2017
Falsi 'Made in Italy', la Finanza blocca container
27 gennaio 2017 - ravenna - La Guardia di finanza di Ravenna e Rimini , nel corso di un’operazione congiunta per la tutela del Made in Italy, ha sequestrato oltre 2.000 elettrodomestici carenti delle previste indicazioni di provenienza.
L’operazione ha tratto origine da un’approfondita attività di intelligence condotta dalle Fiamme Gialle in servizio presso il Porto di Ravenna. Attraverso l’analisi dei traffici commerciali in arrivo nello scalo bizantino, infatti, i Finanzieri hanno individuato un container proveniente dalla Cina con al suo interno numerosi elettrodomestici per la preparazione alimentare destinati ad un’azienda della provincia di Rimini per la successiva commercializzazione in Italia.
Sugli imballaggi degli elettrodomestici arrivati con il container vi era regolarmente apposta l’etichetta recante la dicitura Made in China, ma la stessa, ad un più approfondito esame, è risultata applicata con un semplice adesivo e, dunque, di facile asportazione.
La Guardia di finanza ha così esteso gli accertamenti presso la sede della società riminese destinataria degli elettrodomestici cinesi, al fine di appurarne la corretta commercializzazione.
Dal controllo eseguito presso i magazzini aziendali, gli uomini della Finanza di Ravenna e Rimini hanno appurato che erano stoccati oltre 2.000 prodotti pronti per la vendita, per un valore commerciale di oltre 300.000 euro, ai quali era stata staccata l’etichetta adesiva con la scritta Made in China e, dunque, in grado di indurre il consumatore a ritenere che fossero di origine italiana.
Per tale ragione tutti gli elettrodomestici (impastatrici planetarie, vetrine-frigo, affettatrici, forni elettrici), privati delle indicazioni sull’effettiva origine in violazione dell’art. 4, comma 49-bis, della Legge n. 350/2003, sono stati sottoposti a sequestro dalla Guardia di Finanza e all’importatore riminese è stata comminata una sanzione amministrativa che va da un minimo di 10.000 ad un massimo di 250.000 euro.
© copyright Porto Ravenna News
L’operazione ha tratto origine da un’approfondita attività di intelligence condotta dalle Fiamme Gialle in servizio presso il Porto di Ravenna. Attraverso l’analisi dei traffici commerciali in arrivo nello scalo bizantino, infatti, i Finanzieri hanno individuato un container proveniente dalla Cina con al suo interno numerosi elettrodomestici per la preparazione alimentare destinati ad un’azienda della provincia di Rimini per la successiva commercializzazione in Italia.
Sugli imballaggi degli elettrodomestici arrivati con il container vi era regolarmente apposta l’etichetta recante la dicitura Made in China, ma la stessa, ad un più approfondito esame, è risultata applicata con un semplice adesivo e, dunque, di facile asportazione.
La Guardia di finanza ha così esteso gli accertamenti presso la sede della società riminese destinataria degli elettrodomestici cinesi, al fine di appurarne la corretta commercializzazione.
Dal controllo eseguito presso i magazzini aziendali, gli uomini della Finanza di Ravenna e Rimini hanno appurato che erano stoccati oltre 2.000 prodotti pronti per la vendita, per un valore commerciale di oltre 300.000 euro, ai quali era stata staccata l’etichetta adesiva con la scritta Made in China e, dunque, in grado di indurre il consumatore a ritenere che fossero di origine italiana.
Per tale ragione tutti gli elettrodomestici (impastatrici planetarie, vetrine-frigo, affettatrici, forni elettrici), privati delle indicazioni sull’effettiva origine in violazione dell’art. 4, comma 49-bis, della Legge n. 350/2003, sono stati sottoposti a sequestro dalla Guardia di Finanza e all’importatore riminese è stata comminata una sanzione amministrativa che va da un minimo di 10.000 ad un massimo di 250.000 euro.
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