sicurezza e cambiamento

Energia

ravenna 08 aprile 2017

Nanni: "Aziende ROCA danneggiate dal NO TAP"

08 aprile 2017 - ravenna - Continuano le polemiche sui lavori per il gasdotto Tap. Quali ripercussioni possono esserci per le imprese dell'oil&gas ravennati?
Lo abbiamo chiesto a Franco Nanni, presidente del Roca.


"Alcune aziende potrebbero avere dei lavori in subappalto nella parte a mare, ma anche a terra. Dopo la sospensione dei lavori, c'è solo incertezza".
Ma questi NO ai nuovi investimenti stanno bloccando le attività i tutti settori. Purtroppo i No sono spesso ingiustificati e nascono da questioni politiche o di interessi locali".

Cosa vuole dire 'ci sono degli interessi locali'?

"So che ci sono oltre 350 i cantieri bloccati dal partito dei NO.
L'Italia lamenta disoccupazione ma nel settore dei contractor se non ci sono nuovi investimenti non si crea occupazione. Pensi per esempio che la costruzione di una sola piattaforma offshore creerebbe 200.000 giornate lavorative.
Spesso i NO nascono da interessi locali. C'è chi vuole degli indennizzi spesso non giustificati. Oppure sono battaglie politiche. Infatti nei periodi elettorali aumentano i NO. Nel caso TAP il No non ha alcuna giustificazione. Ci sono centinaia di approdi di pipeline in Italia e nella stessa Puglia. Nella nostra zona abbiamo decine di sealine che portano il gas a terra. Sopra ci sono spiagge con ombrelloni e non c'è stato alcun danno e soprattutto nessuno si accorge che esistono".

Ha detto che una piattaforma potrebbe creare 200.000 giornate lavorative. Esiste possibilità di installare nuove piattaforme in Adriatico?

"Il Ministero dello Sviluppo Economico stima che le riserve in Italia siano 700 milioni di TEP (tonnellate di petrolio equivalente) di cui certi 130 milioni mentre i rimanenti 570 rimanenti sono classificati come probabili o possibili.
Se venissero sfruttati questi giacimenti potremmo soddisfare la produzione nazionale attuale di 12 milioni di TEP/anno per almeno 50 anni da oggi.
Questo si realizzerebbe con almeno altre 50 piattaforme offshore e significherebbe che potremmo raddoppiare la produzione italiana da 12 a 24 milioni di TEP anno.
Oltre che dare lavoro alle aziende del settore e creare nuovi posti di lavoro, diminuirebbe la nostra dipendenza dall'importazione con una conseguente riduzione della bolletta energetica di svariati miliardi di euro all'anno.
Inoltre vorrei ricordare che, come ha segnalato il Presidente di Assomineraria Ing, Cavanna durante OMC, una grande quantità di gas trasportato si perde per azionare la stazioni di pompaggio".

Anche queste 50 possibili future piattaforme sono ferme dal partito del NO?

"Anche qui il partito del NO ha fatto il suo lavoro. Poi si aggiungono la burocrazia e tante altre cause che impediscono di estrarre gas che abbiamo pronto sotto le nostre acque".

Come vede il futuro delle aziende ROCA?

"Fortunatamente ci sono lavori all'estero. Quindi le aziende che hanno un'attività internazionale potranno continuare a lavorare in un mercato molto difficile e molto concorrenziale. Purtroppo se non riprendono gli investimenti in Italia continueremo a perdere posti di lavoro.
Abbiamo oltre 350 progetti che sono fermi dal partito del NO detto anche NIMBY (Not In My Back Yard), ovvero non dietro il mio giardino. Ma ora si sta passando al BANANA (Build Absolutely Nothing Anywhere Near Anything) ovvero in nessun posto".



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