Energia
ravenna
01 febbraio 2019
Martedì incontro nazionale in Municipio a sostegno dell'upstream
Nuova iniziativa del sindaco de Pascale. Critiche al governo Conte
01 febbraio 2019 - ravenna - "Invito tutti a Ravenna martedì 5 febbraio alle 11 in Municipio a partecipare ad un incontro pubblico per condividere, coordinare e programmare le azioni da intraprendere a sostegno del settore delle estrazioni e dei lavoratori, a seguito dell’approvazione dell’emendamento 11.0.43, inserito nel Ddl semplificazioni, che danneggia gravemente l’intera l’industria upstream". Lo afferma il sindaco di Ravenna Michele de Pascale nel contesto delle iniziative in atto per contrastare l'emendamento No Triv in discussione ora alla Camera.
"Il 25 gennaio - commenta de Pascale - il presidente del consiglio Conte dichiara: “Più saggio dedicarsi a energie rinnovabili”; due giorni dopo, il 27 gennaio si reca trionfante ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, plaudendo giustamente ad un accordo straordinario dell’Eni per un mega progetto offshore di estrazione di gas.
Questi enormi traguardi che Eni ha ottenuto in tutto il mondo – che ne fanno oggi una società di primo piano, che sa tenere insieme gas e rinnovabili, che sulle estrazioni e sulle ricerche è leader in assoluto e grazie alla quale si tiene alta la bandiera e l’orgoglio italiano in ogni angolo del pianeta – sono il risultato di una sperimentazione e di un’esperienza che si svolge nel nostro mare Adriatico dagli anni sessanta.
Il fatto che Eni abbia un’attività in Italia, non è in contrasto con l’ottenere grandi risultati nel mondo, anzi le due cose dipendono l’una dall’altra: il know how, il costante rapporto con le università, con la ricerca, con la formazione di professionisti, l’indotto italiano, che proprio a Ravenna ha le eccellenze, avviene e si sviluppa proprio qui, nel nostro Paese.
Le parole di Conte, volendo escludere la malafede, denotano un’assenza di strategia rispetto alle politiche energetiche del nostro Paese, colpendo a morte l’attività estrattiva in Italia, senza nessuno progetto strutturale per incentivare le fonti rinnovabili, ma semplicemente sostituendo il gas italiano con una maggiore importazione di gas dai paesi confinanti a prezzi più alti e con più inquinamento, con la beffa finale di riconoscere i grandi risultati raggiunti da Eni e dalle altre imprese italiane in giro per il mondo, segando nel contempo il ramo sul quale è stata costruita questa grandezza, ovvero l’attività in Italia.
Su questo tema appare chiaro che lo slogan del Governo non può più essere prima gli italiani, ma prima gli Emirati!".
© copyright Porto Ravenna News
"Il 25 gennaio - commenta de Pascale - il presidente del consiglio Conte dichiara: “Più saggio dedicarsi a energie rinnovabili”; due giorni dopo, il 27 gennaio si reca trionfante ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, plaudendo giustamente ad un accordo straordinario dell’Eni per un mega progetto offshore di estrazione di gas.
Questi enormi traguardi che Eni ha ottenuto in tutto il mondo – che ne fanno oggi una società di primo piano, che sa tenere insieme gas e rinnovabili, che sulle estrazioni e sulle ricerche è leader in assoluto e grazie alla quale si tiene alta la bandiera e l’orgoglio italiano in ogni angolo del pianeta – sono il risultato di una sperimentazione e di un’esperienza che si svolge nel nostro mare Adriatico dagli anni sessanta.
Il fatto che Eni abbia un’attività in Italia, non è in contrasto con l’ottenere grandi risultati nel mondo, anzi le due cose dipendono l’una dall’altra: il know how, il costante rapporto con le università, con la ricerca, con la formazione di professionisti, l’indotto italiano, che proprio a Ravenna ha le eccellenze, avviene e si sviluppa proprio qui, nel nostro Paese.
Le parole di Conte, volendo escludere la malafede, denotano un’assenza di strategia rispetto alle politiche energetiche del nostro Paese, colpendo a morte l’attività estrattiva in Italia, senza nessuno progetto strutturale per incentivare le fonti rinnovabili, ma semplicemente sostituendo il gas italiano con una maggiore importazione di gas dai paesi confinanti a prezzi più alti e con più inquinamento, con la beffa finale di riconoscere i grandi risultati raggiunti da Eni e dalle altre imprese italiane in giro per il mondo, segando nel contempo il ramo sul quale è stata costruita questa grandezza, ovvero l’attività in Italia.
Su questo tema appare chiaro che lo slogan del Governo non può più essere prima gli italiani, ma prima gli Emirati!".
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