Energia
ravenna
13 agosto 2019
Parte il decommissioning di pozzi non più attivi
Lunedì Eni avvia le operazioni con il Key Manhattan. Anche tre piattaforme da smantellare
13 agosto 2019 - ravenna - Da lunedì prenderanno il via le operazioni di decommissioning di pozzi e piattaforme Eni non più produttive. Lo riferisce la cronaca odierna de Il Resto del Carlino. I primi pozzi interessati ai lavori di fine attività sono Armida 1, al largo 13 chilometri dalla costa ravennate e Regina 1 al largo della costa riminese.
Eni avvarrà del Key Manhattan, impianto di perforazione che si sposta al traino di rimorchiatori.
Appena sarà completato l’iter autorizzativo si procederà allo smantellamento di tre piattaforme: PC 73 al largo di Ravenna, Ada 3 (Chioggia) e Azalea A Rimini)
Il decommissioning offshore relativo al Distretto di Ravenna prevede un impegno economico di circa 150 milioni di euro in quattro anni con 33 pozzi da chiudere e 15 strutture da dismettere, in funzione del rilascio delle necessarie autorizzazioni.
Il programma di rilancio delle attività Eni, annunciato a metà del 2017, ha portato finora a un investimento di oltre 900 milioni di euro rispetto ai 2 miliardi pianificati in un arco temporale di 4 anni, con l’impiego di circa 2 mila persone nell’indotto nel solo 2018. L’attività di chiusura mineraria afrà positive ripercussioni sull'occupazione: sarà condotta utilizzando Il Key Mahnattan per una durata di circa 3 settimane su ciascuna delle due postazioni e impiegherà circa 130 persone per 3 settimane, mentre per i lavori propedeutici di adeguamento della piattaforma saranno impegnate circa 40 persone per 1 mese di attività.
Assomineraria, in linea con il decreto ministeriale sul decommissioning, “testimonia la piena disponibilità delle aziende associate coinvolte nelle attività di chiusura mineraria e smantellamento delle strutture, a definire in totale trasparenza un quadro degli interventi da realizzare nei prossimi anni in coerenza con la normativa vigente”.
Per quanto riguarda la rimozione delle piattaforme, è in corso un bando di qualifica europeo che coinvolge anche alcune aziende ravennati.
© copyright Porto Ravenna News
Eni avvarrà del Key Manhattan, impianto di perforazione che si sposta al traino di rimorchiatori.
Appena sarà completato l’iter autorizzativo si procederà allo smantellamento di tre piattaforme: PC 73 al largo di Ravenna, Ada 3 (Chioggia) e Azalea A Rimini)
Il decommissioning offshore relativo al Distretto di Ravenna prevede un impegno economico di circa 150 milioni di euro in quattro anni con 33 pozzi da chiudere e 15 strutture da dismettere, in funzione del rilascio delle necessarie autorizzazioni.
Il programma di rilancio delle attività Eni, annunciato a metà del 2017, ha portato finora a un investimento di oltre 900 milioni di euro rispetto ai 2 miliardi pianificati in un arco temporale di 4 anni, con l’impiego di circa 2 mila persone nell’indotto nel solo 2018. L’attività di chiusura mineraria afrà positive ripercussioni sull'occupazione: sarà condotta utilizzando Il Key Mahnattan per una durata di circa 3 settimane su ciascuna delle due postazioni e impiegherà circa 130 persone per 3 settimane, mentre per i lavori propedeutici di adeguamento della piattaforma saranno impegnate circa 40 persone per 1 mese di attività.
Assomineraria, in linea con il decreto ministeriale sul decommissioning, “testimonia la piena disponibilità delle aziende associate coinvolte nelle attività di chiusura mineraria e smantellamento delle strutture, a definire in totale trasparenza un quadro degli interventi da realizzare nei prossimi anni in coerenza con la normativa vigente”.
Per quanto riguarda la rimozione delle piattaforme, è in corso un bando di qualifica europeo che coinvolge anche alcune aziende ravennati.
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