Energia
milano
28 febbraio 2020
Eni: più gas, meno petrolio e grande stoccaggio di Co2 in Adriatico
L'ad Descalzi ha presentato la strategia della società al 2023 e al 2050
28 febbraio 2020 - milano - Più gas, meno petrolio, un grande sito di stoccaggio di Co2 nei giacimenti esauriti in Adriatico. Questa mattina a Milano, l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha presentato il piano strategico di medio periodo al 2023 e di lungo periodo al 2050. "Entro pochi anni chi non offrirà prodotti green perderà clienti". Così l'amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi ha sottolineato, in conference call, la logica di trasfromazione alla base del piano a medio e lungo termine annunciato oggi dal gruppo che "guarda al futuro, come dimostra la nostra presentazione".
Una nuova fase di evoluzione del business fortemente orientato alla creazione di valore nel lungo termine, combinando la sostenibilita' economico-finanziaria con quella ambientale. E' quella contenuta nella 'doppia' strategia di Eni che si sviluppa attraverso obiettivi di lungo termine al 2050 e altri di medio periodo al 2023. Perchè, come ha evidenziato Descalzi agli analisti, "chi non sarà in grado di offrire prodotti sostenibili, non sarà in grado di crescere nel futuro".
Sul fronte dei singoli prodotti, Descalzi ha ribadito come "il gas sarà l'unico idrocarburo che crescerà fino al 2050: aumenta dappertutto e in futuro sarà molto più resiliente del petrolio. E per noi ha costi di sviluppo molto bassi". De Scalzi non è ne ha parlato direttamente, ma è chiaro che lo sviluppo dell'estrazione di gas in Adriatico, dover i giacimenti sono ricchi e non richiedono alti investimenti, è fortemente condizionato dalla politica dell'attuale governo. Per Ravenna vengono confermati i 2 miliardi di investimenti pluriennali (di cui 1 già speso) e i 150 milioni per il decommissioning. De Scalzi ha spiegato che la società punta a incrementare la propria produzione del 3,5% al 2025, seguirà “successivo flessibile declino principalmente della componente olio” e la produzione di gas arriverà a costituire l'85% del totale al 2050. Sul fronte della sostenibilità il Gruppo ha in progetto la conservazione delle foreste e la cattura e lo stoccaggio della Co2 per un totale di oltre 40 milioni di tonnellate l'anno al 2050, con l'energia rinnovabile che arriverà a una potenza installata di 55 Gw al 2050. Nel piano strategico, Eni spiega che oltre che sul gas, che nel 2050 coprirà l' 85% dell'intera produzione, si baserà sulla raffinazione di biocarburanti, con 5 milioni di tonnellate per anno previsti. In cantiere anche la trasformazione delle attività chimiche, con conversione progressiva dei siti esistenti ricorrendo a tecnologie per produzioni più specializzate, 'biò e riciclo delle plastiche, mentre le rinnovabili arriveranno a 55 Gw di potenza installati. Eni punta poi a diventare un «operatore integrato dell'energia» nell'ambito del mercato del gas e del gas naturale liquefatto (Lng). Nel settore commerciale i carburanti saranno al 100% sostenibili, mentre la divisione 'Gas&Power', dedicata alle utenze domestiche, arriverà a totalizzare 20 milioni di clienti. In cantiere anche la trasformazione delle attività chimiche, con conversione progressiva dei siti esistenti ricorrendo a tecnologie per produzioni più specializzate, 'biò e riciclo delle plastiche, mentre le rinnovabili arriveranno a 55 Gw di potenza installati. Eni punta poi a diventare un «operatore integrato dell'energia» nell'ambito del mercato del gas e del gas naturale liquefatto (Lng). Nel settore commerciale i carburanti saranno al 100% sostenibili, mentre la divisione 'Gas&Power', dedicata alle utenze domestiche, arriverà a totalizzare 20 milioni di clienti.
Per Ravenna, però, Eni riserva uno degli investimenti in chiave futura più importanti. La Carbon capture and storage- CCS, la tecnica di confinare l'anidride carbonica sottoterra, in formazione geologiche adatte, ad esempio giacimenti di gas esauriti, "renderà i nostri campi di estrazione gas carbon neutral, rinforzando il ruolo del metano come miglior partner delle rinnovabili". Ciò detto, "la CCS in Italia ha un'opportunità unica nell'area di Ravenna, grazie alla combinazione tra giacimenti offshore esauriti con infrastrutture ancora operative, insieme a centrali elettriche sulla terraferma unitamente ad altri impianti industriali nelle vicinanze".
Opportunità "unica" perchè "le possibilità di stoccaggio sono enormi, tra 300 e 500 milioni di tonnellate". Descalzi lo dice in un video di presentazione del piano strategico di lungo termine al 2050 che punta a una massiccia decarbonizzazione della produzione.
Capacità di stoccaggio dell'anidride carbonica nei giacimenti di metano esauriti al largo di Ravenna "enormi", quindi, e "questo livello- spiega Descalzi- accoppiato al riutilizzo di strutture esistenti e alla vicinanza impianti che emettono, ci permettono mantenere i costi molto competitivi". Il tutto permetterebbe in teoria di compensare i contraccolpi occupazionali legati alle limitazioni delle estrazioni di gas decise nel nostro Paese, consentendo inoltre il parziale riutilizzo delle tubazioni gia' esistenti. Cio' detto, "contiamo di terminare gli studi tecnici e le necessarie verifiche del quadro regolatorio per il 2025 e poi passare all'esecuzione".
© copyright Porto Ravenna News
Una nuova fase di evoluzione del business fortemente orientato alla creazione di valore nel lungo termine, combinando la sostenibilita' economico-finanziaria con quella ambientale. E' quella contenuta nella 'doppia' strategia di Eni che si sviluppa attraverso obiettivi di lungo termine al 2050 e altri di medio periodo al 2023. Perchè, come ha evidenziato Descalzi agli analisti, "chi non sarà in grado di offrire prodotti sostenibili, non sarà in grado di crescere nel futuro".
Sul fronte dei singoli prodotti, Descalzi ha ribadito come "il gas sarà l'unico idrocarburo che crescerà fino al 2050: aumenta dappertutto e in futuro sarà molto più resiliente del petrolio. E per noi ha costi di sviluppo molto bassi". De Scalzi non è ne ha parlato direttamente, ma è chiaro che lo sviluppo dell'estrazione di gas in Adriatico, dover i giacimenti sono ricchi e non richiedono alti investimenti, è fortemente condizionato dalla politica dell'attuale governo. Per Ravenna vengono confermati i 2 miliardi di investimenti pluriennali (di cui 1 già speso) e i 150 milioni per il decommissioning. De Scalzi ha spiegato che la società punta a incrementare la propria produzione del 3,5% al 2025, seguirà “successivo flessibile declino principalmente della componente olio” e la produzione di gas arriverà a costituire l'85% del totale al 2050. Sul fronte della sostenibilità il Gruppo ha in progetto la conservazione delle foreste e la cattura e lo stoccaggio della Co2 per un totale di oltre 40 milioni di tonnellate l'anno al 2050, con l'energia rinnovabile che arriverà a una potenza installata di 55 Gw al 2050. Nel piano strategico, Eni spiega che oltre che sul gas, che nel 2050 coprirà l' 85% dell'intera produzione, si baserà sulla raffinazione di biocarburanti, con 5 milioni di tonnellate per anno previsti. In cantiere anche la trasformazione delle attività chimiche, con conversione progressiva dei siti esistenti ricorrendo a tecnologie per produzioni più specializzate, 'biò e riciclo delle plastiche, mentre le rinnovabili arriveranno a 55 Gw di potenza installati. Eni punta poi a diventare un «operatore integrato dell'energia» nell'ambito del mercato del gas e del gas naturale liquefatto (Lng). Nel settore commerciale i carburanti saranno al 100% sostenibili, mentre la divisione 'Gas&Power', dedicata alle utenze domestiche, arriverà a totalizzare 20 milioni di clienti. In cantiere anche la trasformazione delle attività chimiche, con conversione progressiva dei siti esistenti ricorrendo a tecnologie per produzioni più specializzate, 'biò e riciclo delle plastiche, mentre le rinnovabili arriveranno a 55 Gw di potenza installati. Eni punta poi a diventare un «operatore integrato dell'energia» nell'ambito del mercato del gas e del gas naturale liquefatto (Lng). Nel settore commerciale i carburanti saranno al 100% sostenibili, mentre la divisione 'Gas&Power', dedicata alle utenze domestiche, arriverà a totalizzare 20 milioni di clienti.
Per Ravenna, però, Eni riserva uno degli investimenti in chiave futura più importanti. La Carbon capture and storage- CCS, la tecnica di confinare l'anidride carbonica sottoterra, in formazione geologiche adatte, ad esempio giacimenti di gas esauriti, "renderà i nostri campi di estrazione gas carbon neutral, rinforzando il ruolo del metano come miglior partner delle rinnovabili". Ciò detto, "la CCS in Italia ha un'opportunità unica nell'area di Ravenna, grazie alla combinazione tra giacimenti offshore esauriti con infrastrutture ancora operative, insieme a centrali elettriche sulla terraferma unitamente ad altri impianti industriali nelle vicinanze".
Opportunità "unica" perchè "le possibilità di stoccaggio sono enormi, tra 300 e 500 milioni di tonnellate". Descalzi lo dice in un video di presentazione del piano strategico di lungo termine al 2050 che punta a una massiccia decarbonizzazione della produzione.
Capacità di stoccaggio dell'anidride carbonica nei giacimenti di metano esauriti al largo di Ravenna "enormi", quindi, e "questo livello- spiega Descalzi- accoppiato al riutilizzo di strutture esistenti e alla vicinanza impianti che emettono, ci permettono mantenere i costi molto competitivi". Il tutto permetterebbe in teoria di compensare i contraccolpi occupazionali legati alle limitazioni delle estrazioni di gas decise nel nostro Paese, consentendo inoltre il parziale riutilizzo delle tubazioni gia' esistenti. Cio' detto, "contiamo di terminare gli studi tecnici e le necessarie verifiche del quadro regolatorio per il 2025 e poi passare all'esecuzione".
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