Porti
genova
15 gennaio 2021
Becce: "Non sono ancora arrivati ristori per i terminalisti"
Ue e tassazione dei porti, Recovery Fund e ristori, tre argomenti su cui è intervenuto il presidente di Assiterminal Luca Becce
15 gennaio 2021 - genova - "Abbiamo condiviso l'iniziativa del governo di ricorrere alla Corte di Giustizia europea contro la decisione della Commissione europea di tassare i porti, ma abbiamo anche detto - dichiara Luca Becce, presidente di Assiterminal - che purtroppo si arriva a questo punto avendo trascurato a lungo l'argomento che è sul tavolo da 6 o 7 anni. E' un ritardo di elaborazione nei confronti della portualità che è un po' l'elemento che contraddistingue da troppi anni la politica in questo Paese, a prescindere dai governi. Ma il ricorso non basta. Bisogna anche tornare alla Commissione europea per insistere sul perché riteniamo che la tassazione sia concettualmente sbagliata".
Sul Recovery Fund, Becce ha affermato che "va bene il grosso impegno economico ipotizzato sugli investimenti ferroviari, perché in Italia il tema che ci fa essere fanalino di coda dell'Europa industriale è proprio quello della connessione dei porti con i mercati di riferimento che è insufficiente. E i collegamenti ferroviari sono i più insufficienti. Se guardiamo invece le risorse per l'infrastrutturazione e la dotazione portuale non sono un granché". La prima cosa per sostenere la ripresa e lo sviluppo resta comunque far funzionare il sistema portuale con regole uguali per tutti.
A proposito della riduzione temporanea dei canoni di concessione a favore delle attività portuali, "che sono rimaste obbligatoriamente sempre aperte, con costi aggiuntivi e problemi per rispettare le misure di distanziamento sociale, siamo ancora lontani da un risultato apprezzabile che peraltro è affidato alle singole autorità e non c'è un'iniziativa guida da parte del ministero delle infrastrutture".
Becce rileva, infine, che non sono ancora arrivati ristori per i terminalisti portuali che con l'emergenza Covid hanno perso volumi e fatturato. "Si va da un minimo del 15-20% di riduzione a situazioni estreme come quella dell'attività crocieristica azzerata. A oggi ancora nessuna Adsp ha accordato e definito nei confronti del terminalista nessuna misura di riduzione del canone. Stanno tutti lavorando per definirla e c'è l'orientamento a una franchigia del 20%, come dire che chi ha perso il 21% dei volumi e del fatturato rispetto all'anno precedente avrebbe una riduzione dell'1%. E' una soluzione che ci lascia un po' perplessi: perdere il 20% di volumi e fatturato è pesante, ma almeno è una regola uguale per tutti".
© copyright Porto Ravenna News
Sul Recovery Fund, Becce ha affermato che "va bene il grosso impegno economico ipotizzato sugli investimenti ferroviari, perché in Italia il tema che ci fa essere fanalino di coda dell'Europa industriale è proprio quello della connessione dei porti con i mercati di riferimento che è insufficiente. E i collegamenti ferroviari sono i più insufficienti. Se guardiamo invece le risorse per l'infrastrutturazione e la dotazione portuale non sono un granché". La prima cosa per sostenere la ripresa e lo sviluppo resta comunque far funzionare il sistema portuale con regole uguali per tutti.
A proposito della riduzione temporanea dei canoni di concessione a favore delle attività portuali, "che sono rimaste obbligatoriamente sempre aperte, con costi aggiuntivi e problemi per rispettare le misure di distanziamento sociale, siamo ancora lontani da un risultato apprezzabile che peraltro è affidato alle singole autorità e non c'è un'iniziativa guida da parte del ministero delle infrastrutture".
Becce rileva, infine, che non sono ancora arrivati ristori per i terminalisti portuali che con l'emergenza Covid hanno perso volumi e fatturato. "Si va da un minimo del 15-20% di riduzione a situazioni estreme come quella dell'attività crocieristica azzerata. A oggi ancora nessuna Adsp ha accordato e definito nei confronti del terminalista nessuna misura di riduzione del canone. Stanno tutti lavorando per definirla e c'è l'orientamento a una franchigia del 20%, come dire che chi ha perso il 21% dei volumi e del fatturato rispetto all'anno precedente avrebbe una riduzione dell'1%. E' una soluzione che ci lascia un po' perplessi: perdere il 20% di volumi e fatturato è pesante, ma almeno è una regola uguale per tutti".
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