Energia
ravenna
29 marzo 2021
Prime osservazioni al Pitesai, i sindacati premono per il gas naturale
A Ravenna costituito un tavolo tecnico. Cgil, Cisl e Uil: evitare prese di posizione ideologiche
29 marzo 2021 - ravenna - Nasce il tavolo tecnico di Ravenna per le osservazioni al rapporto
preliminare al Piano per la transizione energetica sostenibile delle
aree idonee (Pitesai. La decisione è stata presa oggi al termine della
riunione convocata dal sindaco Michele de Pascale e dal commissario
straordinario della Camera di commercio Giorgio Guberti. Erano presenti
sindacati, associazioni di categoria, Roca, Omc. Il tavolo dovrà
lavorare a ritmi serrati per presentare le osservazioni ai primi di
maggio.
Il rapporto preliminare (di ben 297 pagine) parte dagli obiettivi della decarbonizzazione, dalla necessità di un mix energetico che includa dal gas all’eolico alle altre fonti rinnovabili fino all’efficientamento energetico. Il corposo documento include anche una carta dell’Italia dove in alto a destra, è indicata la zona A estrattiva, dove ricadono le competenze di Ravenna. A un primo sguardo, le aree dove poter continuare a produrre gas sono destinate a diminuire con il nuovo Pitesai.
Tra i punti da chiarire le zone a vincolo ambientale e gli aspetti ‘socio-economici’ menzionati dal piano da considerare nell’identificazione delle aree.
Sulla riunione intervengono i sindacati con una nota firmata sia dai sindacati di categoria (Emanuele Scerra per Femca Cisl, Alessio Vacchi Filctem, Filippo Spada Uiltec) ma anche dai segretari generali Roberto Baroncelli della Cisl Romagna, Marinella Melandri Cgil e Carlo Sama della Uil, a sottolineare l’importanza del tema ion discussione.
“L'obiettivo -scrivono - è dare un contributo tecnico ed operativo utile al fine di progredire rispetto alla realizzazione della transizione ecologica, individuando scelte che consentano di coniugare le esigenze ambientali con quelle sociali ed economiche”.
“Abbiamo confermato il massimo impegno e la massima disponibilità affinché la transizione energetica ed ecologica possa realizzarsi coerentemente con gli impegni di decarbonizzazione dell'economia entro il 2050 partendo dalla realtà produttiva del nostro territorio che, maggiormente di altri, sarà impattato dalle trasformazioni in atto e che, se non saranno opportunamente governate, produrranno effetti negativi sia sulla occupazione che sull'economia ma anche in termini ambientali”.
Per questo è necessario valutare ”in maniera razionale e scientifica qualsiasi investimento che va nella direzione della decarbonizzazione evitando a priori prese di posizioni ideologiche e non nel merito, quindi ben venga riportare nella strategia nazionale la possibilità di ricercare e coltivare gas naturale ancora disponibile in Italia”.
© copyright Porto Ravenna News
Il rapporto preliminare (di ben 297 pagine) parte dagli obiettivi della decarbonizzazione, dalla necessità di un mix energetico che includa dal gas all’eolico alle altre fonti rinnovabili fino all’efficientamento energetico. Il corposo documento include anche una carta dell’Italia dove in alto a destra, è indicata la zona A estrattiva, dove ricadono le competenze di Ravenna. A un primo sguardo, le aree dove poter continuare a produrre gas sono destinate a diminuire con il nuovo Pitesai.
Tra i punti da chiarire le zone a vincolo ambientale e gli aspetti ‘socio-economici’ menzionati dal piano da considerare nell’identificazione delle aree.
Sulla riunione intervengono i sindacati con una nota firmata sia dai sindacati di categoria (Emanuele Scerra per Femca Cisl, Alessio Vacchi Filctem, Filippo Spada Uiltec) ma anche dai segretari generali Roberto Baroncelli della Cisl Romagna, Marinella Melandri Cgil e Carlo Sama della Uil, a sottolineare l’importanza del tema ion discussione.
“L'obiettivo -scrivono - è dare un contributo tecnico ed operativo utile al fine di progredire rispetto alla realizzazione della transizione ecologica, individuando scelte che consentano di coniugare le esigenze ambientali con quelle sociali ed economiche”.
“Abbiamo confermato il massimo impegno e la massima disponibilità affinché la transizione energetica ed ecologica possa realizzarsi coerentemente con gli impegni di decarbonizzazione dell'economia entro il 2050 partendo dalla realtà produttiva del nostro territorio che, maggiormente di altri, sarà impattato dalle trasformazioni in atto e che, se non saranno opportunamente governate, produrranno effetti negativi sia sulla occupazione che sull'economia ma anche in termini ambientali”.
Per questo è necessario valutare ”in maniera razionale e scientifica qualsiasi investimento che va nella direzione della decarbonizzazione evitando a priori prese di posizioni ideologiche e non nel merito, quindi ben venga riportare nella strategia nazionale la possibilità di ricercare e coltivare gas naturale ancora disponibile in Italia”.
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