Trasporti, Logistica
ravenna
06 giugno 2022
Licciardi confermato alla presidenza di Anacer
Avrà ancora a fianco come vice presidenti Niccolò D'Andria e Andrea Galli
06 giugno 2022 - ravenna - Carlo Licciardi è stato confermato alla presidenza dell'Anacer, l'associazione nazionale cerealisti che rappresenta importatore e aziende del settore. Alla vicepresidenza sono stati confermati Niccolò d’Andria e Andrea Galli.
Per quanto riguarda i ravennati, negli organi di vertice dell'associazione è presenta anche Marco Migliorelli.
Amministratore delegato di Cofco International, Licciardi ha sottolineato le criticità determinate dalla crisi ucraina sul mercato globale dei cereali: "Il conflitto in Ucraina sta impedendo a 25 milioni di tonnellate di cereali di venire immesse sul mercato internazionale, con forti impatti economici, a partire dal rialzo dei prezzi, e sociali soprattutto nel continente africano. Con il blocco dei mercati ucraino e russo - ha spiegato -, dai quali comunque l’Italia non è dipendente, abbiamo aumentato le importazioni da Francia, Germania, Ungheria e Romania. Ma così hanno dovuto fare anche altri Paesi che prima non si rifornivano qui, alimentando il rialzo dei prezzi dei cereali ed è impossibile dire quando assisteremo a un calo".
Per quanto riguarda il porto di Ravenna “purtroppo ne risente parecchio. Da questi due Paesi dell’Est Europa, l’Italia non importa tante quantità di grano e mais in termini assoluti, ma questi 2 milioni circa di tonnellate arrivavano tutte al porto di Ravenna, che è un riferimento nazionale. Ora ne sbarcano molto meno, però non siamo allo zero assoluto”.
© copyright Porto Ravenna News
Per quanto riguarda i ravennati, negli organi di vertice dell'associazione è presenta anche Marco Migliorelli.
Amministratore delegato di Cofco International, Licciardi ha sottolineato le criticità determinate dalla crisi ucraina sul mercato globale dei cereali: "Il conflitto in Ucraina sta impedendo a 25 milioni di tonnellate di cereali di venire immesse sul mercato internazionale, con forti impatti economici, a partire dal rialzo dei prezzi, e sociali soprattutto nel continente africano. Con il blocco dei mercati ucraino e russo - ha spiegato -, dai quali comunque l’Italia non è dipendente, abbiamo aumentato le importazioni da Francia, Germania, Ungheria e Romania. Ma così hanno dovuto fare anche altri Paesi che prima non si rifornivano qui, alimentando il rialzo dei prezzi dei cereali ed è impossibile dire quando assisteremo a un calo".
Per quanto riguarda il porto di Ravenna “purtroppo ne risente parecchio. Da questi due Paesi dell’Est Europa, l’Italia non importa tante quantità di grano e mais in termini assoluti, ma questi 2 milioni circa di tonnellate arrivavano tutte al porto di Ravenna, che è un riferimento nazionale. Ora ne sbarcano molto meno, però non siamo allo zero assoluto”.
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