Porti
ravenna
16 novembre 2023
Attacco del Pd alla riforma dei porti: «Bocciate le nostre richieste»
Bakkali: «Dubbi sulla natura giuridica delle Autorità di sistema portuale e insufficiente la riformulazione delle misure di sostegno al lavoro portuale

16 novembre 2023 - ravenna - «In Commissione Trasporti alla Camera la maggioranza ha bocciato tante richieste fondamentali contenute nella risoluzione che come Partito Democratico abbiamo presentato in vista della riforma dei porti annunciata dal ministro Salvini». Lo dichiara la parlamentare ravennate Ouidad Bakkali.
«La risoluzione - aggiunge - metteva dei punti fermi importanti.
Un no chiaro a qualsiasi privatizzazione delle Autorità di Sistema Portuale o depotenziamento del ruolo pubblico nella governance, perché per noi i porti sono e restano asset strategici per lo Stato.
La formulazione della maggioranza, invece, lascia aperte diverse incognite sul controllo pubblico, che riteniamo in questo modo non venga garantito a sufficienza, aprendo spiragli a processi di trasformazione delle Adsp in società per azioni - come ha detto intervenendo proprio ieri un rappresentante della maggioranza – o di maggiore privatizzazione».
Per Bakkali, altri punti fondamentali erano la maggiore tutela del lavoro portuale e della sua sicurezza anche tramite il suo inserimento nella categoria dei lavori usuranti; l’importanza di accompagnare il sistema portuale verso la transizione ecologica, semplificando la normativa per attuare le comunità energetiche portuali; una regolamentazione dell’autoproduzione che tutelasse imprese e lavoratori da tendenze monopolistiche e concorrenza sleale. Infine, ma non meno importante, l’importanza di introdurre percorsi per la tutela e la promozione del lavoro femminile nei porti.
«La maggioranza - dice - ha bocciato queste richieste o su alcuni passaggi ha optato per l’ambiguità, come ad esempio per quanto riguarda la possibile privatizzazione dei porti italiani e sulla tutela del lavoro portuale, punti imprescindibili per il Partito Democratico e fondamentali per una città portuale come Ravenna».
Nelle prossime settimane, Bakkali inizierà «un percorso di ascolto e confronto con tutte le realtà che animano la portualità ravennate, per raccogliere i bisogni e le priorità del nostro territorio mentre l’iter della riforma prende sostanza».
© copyright Porto Ravenna News
«La risoluzione - aggiunge - metteva dei punti fermi importanti.
Un no chiaro a qualsiasi privatizzazione delle Autorità di Sistema Portuale o depotenziamento del ruolo pubblico nella governance, perché per noi i porti sono e restano asset strategici per lo Stato.
La formulazione della maggioranza, invece, lascia aperte diverse incognite sul controllo pubblico, che riteniamo in questo modo non venga garantito a sufficienza, aprendo spiragli a processi di trasformazione delle Adsp in società per azioni - come ha detto intervenendo proprio ieri un rappresentante della maggioranza – o di maggiore privatizzazione».
Per Bakkali, altri punti fondamentali erano la maggiore tutela del lavoro portuale e della sua sicurezza anche tramite il suo inserimento nella categoria dei lavori usuranti; l’importanza di accompagnare il sistema portuale verso la transizione ecologica, semplificando la normativa per attuare le comunità energetiche portuali; una regolamentazione dell’autoproduzione che tutelasse imprese e lavoratori da tendenze monopolistiche e concorrenza sleale. Infine, ma non meno importante, l’importanza di introdurre percorsi per la tutela e la promozione del lavoro femminile nei porti.
«La maggioranza - dice - ha bocciato queste richieste o su alcuni passaggi ha optato per l’ambiguità, come ad esempio per quanto riguarda la possibile privatizzazione dei porti italiani e sulla tutela del lavoro portuale, punti imprescindibili per il Partito Democratico e fondamentali per una città portuale come Ravenna».
Nelle prossime settimane, Bakkali inizierà «un percorso di ascolto e confronto con tutte le realtà che animano la portualità ravennate, per raccogliere i bisogni e le priorità del nostro territorio mentre l’iter della riforma prende sostanza».

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