Energia
ravenna
28 dicembre 2024
Mingozzi (Pri): «È l'ora dei giacimenti dell'Adriatico»
«Com'era nelle più facili previsioni, la decisione della Russia di chiudere dal 1° gennaio il gasdotto che attraversa l'Ucraina verso l'Europa e consente grandi approvvigionamenti sta già provocando pesanti rialzi nei prezzi dell'energia»

28 dicembre 2024 - ravenna - "Com'era nelle più facili previsioni, la decisione della Russia di chiudere dal 1° gennaio il gasdotto che attraversa l'Ucraina verso l'Europa e consente grandi approvvigionamenti sta già provocando pesanti rialzi nei prezzi dell'energia; è probabile che l'UE non abbia una strategia comune per rispondere a questa decisione e quindi ogni Paese decida per conto proprio", afferma Giannantonio Mingozzi, esponente del PRI ravennate.
"Significa, continua Mingozzi, che le scorte di energia per i prossimi mesi, alimentate da risorse proprie dei vari Paesi, faranno la differenza sul prezzo che si ripercuote su famiglie ed imprese; ma è inconcepibile che Nazioni come l'Italia, che ha giacimenti in Adriatico bloccati ormai da anni, debba affrontare questi momenti con nuovi contratti stipulati con i Paesi produttori che costano salati e non utilizzando anche risorse proprie o, per meglio dire, risorse che Paesi dell'altra sponda, come la Croazia, ci stanno via via sottraendo!
E consideriamo anche che le scorte degli Stati Europei si stanno consumando più in fretta degli anni scorsi causa le temperature più basse; in questo quadro che preoccupa non va sottovalutato neppure l'imperativo del presidente USA Donald Trump che invita (meglio sarebbe dire ricatta) i Paesi europei ad aumentare l'acquisto di petrolio e GNL dagli Stati Uniti per evitare nuovi dazi commerciali".
"Siamo costretti a stare al gioco di chi decide prezzi e condizioni, conclude l'esponente dell'Edera, ma il buon senso e la logica vorrebbe che finalmente si autorizzasse la ripresa delle estrazioni in Adriatico (evitando così il rilancio del carbone) che ci consentirebbe anni di maggiore tranquillità ed un potere contrattuale più forte, ma soprattutto in una fase che speriamo determini una forte ripresa industriale e dei commerci e consumi, ogni dimostrazione di autonomia energetica aiuta l'industria dell'Oil&Gas e la rende più competitiva a Ravenna, in Italia ed in tutto il mondo; e sarebbe un bel biglietto da visita per il l'OMC in programma nell'ottobre del nuovo anno alle porte".
© copyright Porto Ravenna News
"Significa, continua Mingozzi, che le scorte di energia per i prossimi mesi, alimentate da risorse proprie dei vari Paesi, faranno la differenza sul prezzo che si ripercuote su famiglie ed imprese; ma è inconcepibile che Nazioni come l'Italia, che ha giacimenti in Adriatico bloccati ormai da anni, debba affrontare questi momenti con nuovi contratti stipulati con i Paesi produttori che costano salati e non utilizzando anche risorse proprie o, per meglio dire, risorse che Paesi dell'altra sponda, come la Croazia, ci stanno via via sottraendo!
E consideriamo anche che le scorte degli Stati Europei si stanno consumando più in fretta degli anni scorsi causa le temperature più basse; in questo quadro che preoccupa non va sottovalutato neppure l'imperativo del presidente USA Donald Trump che invita (meglio sarebbe dire ricatta) i Paesi europei ad aumentare l'acquisto di petrolio e GNL dagli Stati Uniti per evitare nuovi dazi commerciali".
"Siamo costretti a stare al gioco di chi decide prezzi e condizioni, conclude l'esponente dell'Edera, ma il buon senso e la logica vorrebbe che finalmente si autorizzasse la ripresa delle estrazioni in Adriatico (evitando così il rilancio del carbone) che ci consentirebbe anni di maggiore tranquillità ed un potere contrattuale più forte, ma soprattutto in una fase che speriamo determini una forte ripresa industriale e dei commerci e consumi, ogni dimostrazione di autonomia energetica aiuta l'industria dell'Oil&Gas e la rende più competitiva a Ravenna, in Italia ed in tutto il mondo; e sarebbe un bel biglietto da visita per il l'OMC in programma nell'ottobre del nuovo anno alle porte".

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