Porti
ravenna
16 gennaio 2025
Agricoltori, a distanza di un anno una nuova protesta. Questa volta al porto
Chiedono che il Governo dichiari lo stato di crisi per attuare misure straordinarie e salvare le piccole e medie imprese dalla speculazione

16 gennaio 2025 - ravenna - Agricoltori, allevatori e pescatori protesteranno dal 28 al 31 gennaio, a un anno di distanza dalle manifestazioni di piazza e dai cortei dei trattori che fra gennaio e marzo 2024 portarono nelle strade italiane «il grido di indignazione per lo stato delle nostre aziende agricole e della pesca artigianale, del lavoro di chi coltiva, pesca e produce il cibo, delle nostre comunità e per il rischio grande che questo Paese perda i suoi agricoltori e pescatori».
Con un comunicato il Coordinamento agricoltori e pescatori italiani (Coapi) ha annunciato l’avvio della mobilitazione nazionale: «chiediamo e vogliamo un’agricoltura italiana rispettata, capita, valorizzata, chiediamo con forza che venga corrisposto il giusto valore dei nostri prodotti».
«Ci saranno - spiegano - 99 presidi in tutta Italia, dalla Sicilia al Trentino, con 4 grandi ritrovi di trattori che poi il 7 febbraio si trasferiranno nuovamente alle porte di Roma», spiega il comunicato.
Uno dei presidi sarà al Porto di Ravenna, considerata la sua importanza nel Mediterraneo per quanto riguarda l'importazione dei cereali.
«La crisi economica, sociale e ambientale - sottolineano i manifestanti - è cresciuta e, se non si interviene subito con atti e azioni straordinarie, per molte imprese questa rischia di essere l’ultima annata agraria.
Torniamo in strada per difenderci dall’aggressione della speculazione, per la dignità nostra e dei cittadini e perché un Paese senza agricoltori, allevatori e pescatori è senza futuro».
Quindi, chiedono «che il Governo dichiari lo stato di crisi per attuare misure straordinarie e salvare le piccole e medie imprese salvando, così, il lavoro, i territori, il diritto dei cittadini al cibo, alla sovranità e alla sicurezza alimentare.
Infine, chiamano i Comuni ad adottare delibere e gesti di sostegno concreti e le Regioni a certificare la crisi.
nella foto, il logo della manifestazione
© copyright Porto Ravenna News
Con un comunicato il Coordinamento agricoltori e pescatori italiani (Coapi) ha annunciato l’avvio della mobilitazione nazionale: «chiediamo e vogliamo un’agricoltura italiana rispettata, capita, valorizzata, chiediamo con forza che venga corrisposto il giusto valore dei nostri prodotti».
«Ci saranno - spiegano - 99 presidi in tutta Italia, dalla Sicilia al Trentino, con 4 grandi ritrovi di trattori che poi il 7 febbraio si trasferiranno nuovamente alle porte di Roma», spiega il comunicato.
Uno dei presidi sarà al Porto di Ravenna, considerata la sua importanza nel Mediterraneo per quanto riguarda l'importazione dei cereali.
«La crisi economica, sociale e ambientale - sottolineano i manifestanti - è cresciuta e, se non si interviene subito con atti e azioni straordinarie, per molte imprese questa rischia di essere l’ultima annata agraria.
Torniamo in strada per difenderci dall’aggressione della speculazione, per la dignità nostra e dei cittadini e perché un Paese senza agricoltori, allevatori e pescatori è senza futuro».
Quindi, chiedono «che il Governo dichiari lo stato di crisi per attuare misure straordinarie e salvare le piccole e medie imprese salvando, così, il lavoro, i territori, il diritto dei cittadini al cibo, alla sovranità e alla sicurezza alimentare.
Infine, chiamano i Comuni ad adottare delibere e gesti di sostegno concreti e le Regioni a certificare la crisi.
nella foto, il logo della manifestazione

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