Marzo 2025

Porti

ravenna 19 febbraio 2025

Dogana. «Il declassamento metterà in crisi il sistema produttivo del centro-nord Italia»

L’allarme lanciato dagli Utenti del Porto: «È lo scalo di Ravenna a rifornire di materie prime le imprese manifatturiere» 

19 febbraio 2025 - ravenna - «Il declassamento dell'ufficio della Dogana dalla prima alla terza fascia metterà in crisi il sistema economico produttivo del centro-nord Italia, le cui imprese manifatturiere vengono rifornite di materie prime attraverso il porto di Ravenna».

È su questa valutazione avanzata dagli ‘Utenti del Porto’, e condivisa da tutti, che ieri si è conclusa a Palazzo Merlato la riunione a cui hanno preso parte terminalisti, spedizionieri, agenti marittimi, associazioni di categoria, comitato autotrasporto, sindacati, Confindustria Romagna, Legacoop Romagna per affrontare la questione del declassamento della Dogana di Ravenna.

Coordinato dall’assessore a Trasporti e infrastrutture Irene Priolo e convocato dal sindaco facente funzioni Fabio Sbaraglia e dall’assessora al Porto Annagiulia Randi, al termine dell’incontro, a cui ha preso parte anche la Camera di commercio con il segretario generale Mauro Giannattasio, si è deciso di istituire un Tavolo permanente, di produrre un documento condiviso e di chiedere un appuntamento col direttore dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli Roberto Alesse per chiarire la situazione. Ma anche di coinvolgere la politica, l’unica, è stato detto, in grado di intervenire per una modifica della riorganizzazione degli uffici. Per questo sarà investito del problema il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, che sarà a Ravenna il 7 marzo per partecipare a un convegno sulla riforma fiscale.

Si è quindi deciso di puntare sul rapporto con il sistema industriale del centro-nord del Paese e sulle conseguenze che provocherebbe sui servizi il declassamento della Dogana di Ravenna.
Sempre dagli Utenti è venuta la richiesta, condivisa da Priolo, di evitare una bagarre politica tra una Regione di centro-sinistra e un Governo di centro-destra, perché non porterebbe a risolvere il problema del declassamento, e di coinvolgere nel confronto anche Assoporti, l’associazione a cui aderiscono le 16 Autorità di sistema portuale italiane.

Il dibattito è stato acceso nello spiegare a Priolo la situazione. Sono intervenuti Bruno Minardi, Riccardo Martini e Roberto Rubboli per l’Unione Utenti, Federico Di Tommaso (presidente regionale di Ader, l’associazione dei Doganalisti) e Alessandra Riparbelli (vicepresidente della sezione ravennate di Ader), Carlo Facchini presidente degli Spedizionieri, Ettore Zerbi per gli Agenti marittimi, Franco Ventimiglia per il Comitato unitario dell’autotrasporto, Mirco Bagnari (Legacoop Romagna) e i sindacalisti Lisa Dradi (Cgil), Francesco Marinelli (Cisl), Carlo Sama (Uil).

Le critiche (condivise ormai da numerose Dogane del Paese, ndr) si sono concentrate sull’algoritmo e sulla necessità di rivedere i parametri individuati. Nel caso di Ravenna, non si riconosce l’importanza del porto dove, negli ultimi due anni, si sono concretizzati investimenti pubblici e privati per oltre 5 miliardi di euro proprio sulla spinta delle imprese del centro-nord d’Italia.

Priolo ha sottolineato anche l’impegno della Regione per concretizzare la Zona Logistica Semplificata dell’Emilia-Romagna e per ottenere il riconoscimento della zona franca doganale «cose che non riusciremo a fare – ha spiegato – se il porto di Ravenna viene depotenziato, perché potrebbe non garantire più la funzionalità di un sistema per noi strategico».

Ed è sulla riduzione dei servizi offerti dalla Dogana se il declassamento non sarà rivisto che si sono concentrati gli interventi. Per  Sbaraglia e Randi «il Tavolo convocato questa mattina con tutti i soggetti coinvolti del mondo portuale ci conferma una forte e condivisa preoccupazione circa il futuro dell’ufficio doganale di Ravenna. Resta incomprensibile la contraddizione tra gli investimenti sia pubblici, che privati, che stanno coinvolgendo positivamente il nostro scalo, l'avvio di progetti importanti come la Zona Logistica Semplificata e un declassamento della nostra dogana che dimostra un approccio meramente teorico e tecnico lontanissimo da un'assunzione di responsabilità davanti alla complessità del nostro porto.
La nostra preoccupazione, infatti, non si limita ad aspetti formali ma ha a che fare con l’effettiva operatività dei servizi portuali e più in generale con la considerazione che uno scalo così importante come Ravenna merita di avere nelle strategie nazionali. Per questo, unitamente alla Regione, chiederemo con urgenza un incontro al Governo».


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