Porti
ravenna
06 marzo 2025
Le prospettive del porto di Ravenna e il futuro della sua governance
Il viceministro Rixi in visita allo scalo affronta i temI del rinnovo della presidenza dell’Autorità portuale, del declassamento della Dogana e dei fondi per completare i lavori. La riforma portuale rafforzerà il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo

06 marzo 2025 - ravenna - Il viceministro ai Trasporti e alle Infrastrutture, Edoardo Rixi sta visitanndo tutti i porti italiani e mercoledì 5 marzo è arrivato a Ravenna per fare il punto sui lavori attuati e in corso e valutare la situazione in vista della nomina del nuovo presidente dell'Autorità portuale. In Italia sono 14 su 16 le Autorità alle prese con il rinnovo dei vertici (non sono da rieleggere solo quelli di Ancona e Augusta-Catania).
Rixi, accompagnato dal direttore generale del ministero Donato Liguori e dall’onorevole Jacopo Morrone, ha incontrato il governatore Michele de Pascale e il commissario straordinario dell’Authority, Daniele Rossi. Successivamente, ha tenuto un punto stampa con la comunità portuale, durante il quale ha ribadito che la scelta del successore di Rossi sarà condivisa e non imposta dal governo. «I tempi saranno abbastanza rapidi, ma bisogna tenere conto degli iter parlamentari», ha dichiarato il viceministro.
Il tema della Dogana è stato un altro punto centrale del confronto. Il declassamento dalla terza alla prima fascia, che dovrebbe partire in via sperimentale dal primo maggio proprio da Ravenna, sta suscitando grande preoccupazione tra gli operatori. «Le Dogane non rientrano nella mia delega, quello che è successo l’ho appreso dai giornali», ha affermato Rixi, aggiungendo però che intende approfondire la questione per capire se il sistema doganale italiano stia andando nella giusta direzione in termini di efficienza e capacità di sdoganamento.
Gli operatori portuali, riuniti martedì alla Compagnia Portuale, hanno avanzato due proposte per contrastare il declassamento: rinviare l’avvio della riforma e ridurre da tre a un anno la revisione dei parametri che hanno determinato il provvedimento. L’importanza del tema è stato ribadito da una nota del presidente di Assoporti, Rodolfo Giampieri, che ha emesso una nota in cui sottolinea che il sistema dei porti italiani produce un gettito Iva annuo di 9 miliardi, con la Dogana di Ravenna che da sola ne genera 2 complessivi.
Durante la visita, Rossi ha fatto il punto sugli investimenti attuati e in corso nel porto, che ammontano a 5 miliardi di euro, di cui 4 di iniziativa privata e 1 miliardo di risorse pubbliche. Tuttavia, per completare gli interventi pubblici, sono necessari ulteriori 115 milioni di euro. «I soldi li abbiamo sempre trovati, se i lavori vengono fatti», ha commentato Rixi.
Un altro nodo cruciale riguarda la riforma portuale, prioritaria per il governo, e la necessità di un coordinamento generale che potrebbe essere affidato a una società pubblica o mista. «Il nostro sistema portuale deve rispondere alle sfide attuali e future», ha affermato il viceministro, sottolineando la volontà di rafforzare il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo e di aumentare la capacità di attrarre traffici marittimi. In questo scenario, il porto di Ravenna può giocare un ruolo chiave per l’ingresso dell’Italia nei mercati europei.
© copyright Porto Ravenna News
Rixi, accompagnato dal direttore generale del ministero Donato Liguori e dall’onorevole Jacopo Morrone, ha incontrato il governatore Michele de Pascale e il commissario straordinario dell’Authority, Daniele Rossi. Successivamente, ha tenuto un punto stampa con la comunità portuale, durante il quale ha ribadito che la scelta del successore di Rossi sarà condivisa e non imposta dal governo. «I tempi saranno abbastanza rapidi, ma bisogna tenere conto degli iter parlamentari», ha dichiarato il viceministro.
Il tema della Dogana è stato un altro punto centrale del confronto. Il declassamento dalla terza alla prima fascia, che dovrebbe partire in via sperimentale dal primo maggio proprio da Ravenna, sta suscitando grande preoccupazione tra gli operatori. «Le Dogane non rientrano nella mia delega, quello che è successo l’ho appreso dai giornali», ha affermato Rixi, aggiungendo però che intende approfondire la questione per capire se il sistema doganale italiano stia andando nella giusta direzione in termini di efficienza e capacità di sdoganamento.
Gli operatori portuali, riuniti martedì alla Compagnia Portuale, hanno avanzato due proposte per contrastare il declassamento: rinviare l’avvio della riforma e ridurre da tre a un anno la revisione dei parametri che hanno determinato il provvedimento. L’importanza del tema è stato ribadito da una nota del presidente di Assoporti, Rodolfo Giampieri, che ha emesso una nota in cui sottolinea che il sistema dei porti italiani produce un gettito Iva annuo di 9 miliardi, con la Dogana di Ravenna che da sola ne genera 2 complessivi.
Durante la visita, Rossi ha fatto il punto sugli investimenti attuati e in corso nel porto, che ammontano a 5 miliardi di euro, di cui 4 di iniziativa privata e 1 miliardo di risorse pubbliche. Tuttavia, per completare gli interventi pubblici, sono necessari ulteriori 115 milioni di euro. «I soldi li abbiamo sempre trovati, se i lavori vengono fatti», ha commentato Rixi.
Un altro nodo cruciale riguarda la riforma portuale, prioritaria per il governo, e la necessità di un coordinamento generale che potrebbe essere affidato a una società pubblica o mista. «Il nostro sistema portuale deve rispondere alle sfide attuali e future», ha affermato il viceministro, sottolineando la volontà di rafforzare il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo e di aumentare la capacità di attrarre traffici marittimi. In questo scenario, il porto di Ravenna può giocare un ruolo chiave per l’ingresso dell’Italia nei mercati europei.

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