sicurezza e cambiamento

Porti

ravenna 08 maggio 2014

Autorità Portuale, avanzo di bilancio di 30 milioni

Escavo dei fondali, traffici, autostrade del mare e accorpamento autorità portuali. Il ruolo di Ravenna in Adriatico

08 maggio 2014 - ravenna - Bilancio 2013, traffici, tagli alle autorità portuali, “progettone”, Marinara, pianta organica e riorganizzazione interna. Questi i temi affrontati da Galliano Di Marco, presidente dell’Autorità Portuale di Ravenna, nel corso di una conferenza stampa tenutasi oggi pomeriggio.

Il bilancio 2013 chiude con un avanzo di 30 milioni. “E’ importante – ha detto Di Marco - perché il ‘progettone’ per l'escavo dei fondali si basa su tre elementi finanziari: 60 milioni dal Cipe, 120 milioni di finanziamento dalla Bei e un autofinanziamento di circa 20 milioni. Alla fine del 2014 siamo ragionevolmente sicuri di poter fare un appalto di circa 200 milioni”.

“I traffici vanno molto bene – ha aggiunto – so che a qualcuno dispiace, ma è così. Come ho risposto al ministro Lupi, quando me lo ha chiesto pochi giorni fa a Ravenna, nel primo trimestre del 2014 abbiamo segnato un +14%, mentre Venezia (a cui il ministro tiene) ha fatto l’esatto contrario cioè un -14%.

Se continua questo trend, a fine anno supereremo Venezia anche come traffico totale, compreso il petrolio. Nel 2013 Venezia ha movimentato 24 milioni di tonnellate, di cui 8 petroliferi; Ravenna 22,5 milioni, di cui 4,5 petroliferi; Trieste 56 milioni, di cui 43 petroliferi. Se si considerano le merci “vere”, Ravenna è già il primo porto dell’Adriatico: infatti, ne ha movimentate 18 milioni di tonnellate, Venezia 16 e Trieste 13. Con Venezia faremo i conti a fine anno.

Bisogna tenere conto che Venezia ha anche un metro di fondale in più. Se lo avessimo noi, avremmo già spazzato via le rinfuse solide di Venezia, perché verrebbero a Ravenna per la nostra efficienza e per la bravura dei nostri operatori che continuano a portare traffico.

Con questi numeri, ho detto al ministro Lupi che siamo pronti a confrontarci con chiunque in vista della riorganizzazione delle autorità portuali, che sarà inserita nel decreto “sforbicia Italia” in approvazione il 13 giugno con la previsione di un accorpamento delle autorità portuali secondo i corridoi europei.

I core port definiti dall’Europa sono dieci: Genova, La Spezia, Livorno, Napoli, Gioia Tauro, Palermo, Taranto, Ravenna, Venezia e Trieste.
Più quattro porti aggiuntisi per continuità territoriali (che francamente non dovrebbero essere core port): Ancona, Bari, Augusta e Cagliari.
Condivido i primi dieci, ai quali aggiungerei Civitavecchia che fa 2,5 milioni di passeggeri e ha tutta la dignità di essere autorità portuale”.

Di Marco ha proseguito affermando che “tagliare 14 autorità portuali secondo una operazione di spending review è una cosa sacrosanta, vuol dire tagliare 14 presidenti e 14 segretari generali e mettere sul tavolo 6/7 milioni di euro l’anno di stipendi. Penso che sia giusto che anche questo settore faccia un sacrificio. Tagliamo i rami secchi, dopodiché quelli che restano se la giocano”.

Sul ‘progettone’, domani alle 14 in Regione è previsto un incontro con l’assessore ai trasporti Peri, sindaco, presidente della Provincia e consulenti.
“Abbiamo identificato le aree che saranno oggetto di acquisizione bonaria o esproprio vero e proprio se non sarà raggiunto un accordo. Noi siamo i SI’ Hub, i No Hub da incontrare sono quelli che hanno dei terreni interessati all’esproprio, gli altri no.
Ai No Hub mando un messaggio chiaro: il progettone vale 200 milioni, mette in sicurezza le merci attuali, sviluppa il porto nel rispetto dell’ambiente ed è la più grande opera di risanamento ambientale fatta negli ultimi trent’anni, la difesa dell’ambiente è il progettone”.

Il lavoro è molto. “In un mese completeremo tutto e a inizio giugno faremo il piano particellare, i luoghi individuati per i fanghi sono una quarantina. Quando in accordo con gli enti locali sarà definita la soluzione finale, presenteremo ai cittadini quello che abbiamo intenzione di fare”.

Elemento di soddisfazione è lo sviluppo delle autostrade del mare, che per Di Marco sono strategiche.
“Il traffico del T&C è triplicato (due sabati fa nel piazzale c’erano 760 camion) e ha creato 60/70 nuovi posti di lavoro. Siamo la Ryan air dei traghetti, con la pubblicità della Grimaldi che dice ‘e se vuoi spendere poco, prendi il traghetto da Ravenna per andare in Grecia’.
Per la prima volta nella storia, il settore ha avuto un margine operativo lordo non in rosso, abbiamo avuto una perdita perché ho deciso di mettere a bilancio tutti crediti pregressi compresi quelli verso la vecchia Tirrenia, anche se forse non li recupereremo, ma non è detto. Quest’anno abbiamo chiesto un sacrificio a Compagnia Portuale, Grimaldi e Tirrenia che sono i nostri interlocutori nel terminal e nel 2014 il T&C chiuderà per la prima volta nella sua storia di traghetti e crociere, nella sua gestione pubblica e privata, in utile netto dopo le tasse”.

Nota dolente il porto turistico di Marinara. “I lavori devono terminare entro ottobre, quindi si effettuerà il collaudo delle opere, poi si vedrà. Non ci sarà più nessun passaggio azionario della concessionaria senza l’autorizzazione dell’autorità portuale, che sta compiendo uno sforzo sovrumano per mettere in sicurezza Marinara e fino al collaudo non si farà nulla”, ha ribadito Di Marco.
Il presidente ha in mano anche la lista di tutti i condomini che non pagano i canoni demaniali: “Li chiamerò personalmente. Seaser deve incassare 973 mila euro di canoni, da società (alcune sono fallite) e da privati, ravennati e non; penso che 600/650 siano esigibili. Molti riguardano la parte a mare. Rivolgo un invito pubblico a pagare.
Entro il 30 giugno Seaser deve far fronte a 300 mila euro di canoni, se non sarà in grado di adempiere non ci sarà un’altra possibilità".


Il Comitato portuale oggi ha anche nominato il nuovo segretario generale, Piero Margorani (di cui riferiamo a parte).
Fabio Maletti, che ricopriva anche questo incarico, si dedicherà a tempo pieno alla direzione tecnica e al ‘progettone’: “E’ una riorganizzazione interna dovuta alla grande quantità di lavoro da smaltire”, ha spiegato Di Marco, che ha ringraziato Maletti per il lavoro svolto.

Quindi, la pianta organica.
“Chiederemo al ministero delle infrastrutture un aumento di 10/11 unità, necessarie per far fronte a tutte le sfide che abbiamo davanti”. Attualmente i dipendenti sono 59, i dirigenti 2 (un direttore tecnico, Fabio Maletti, e un direttore operativo, Guido Ceroni).
Nel 2013 l’autorità portuale ha speso circa 3milioni e 400mila euro nel personale. Di Marco ha mostrato le tabelle da cui si evince che vi sono realtà che spendono quattro volte di più con la metà dei traffici e che Ravenna ha il costo medio unitario più basso rispetto a tanti altri porti. Ha anche detto che, come è reperibile nel sito dell’ente, il suo stipendio è di 198 mila euro. Mentre Margorani (che è fuori pianta organica) ne guadagnerà 150: la cifra è la media (al ribasso) degli stipendi dei segretari delle autorità portuali, esclusi quello che guadagna di più (290 mila euro) e quello che guadagna di meno (125). La maggiore spesa per l’ente è di 128 mila euro, perché Maletti ne percepiva 22 di indennità.
“Non è stato facile contrattualizzare un manager di così grande esperienza per un periodo così breve”, ha spiegato Di Marco.

Infine, un accenno allo snellimento burocratico.
“Ritengo che l’autorità portuale debba avere un coordinamento funzionale su tutti gli enti pubblici preposti allo sdoganamento delle merci e si è già appropriata di questo ruolo. Adesso abbiamo tre giorni di tempo per sdoganare, altrimenti il traffico va a Luka Koper. In questo senso, la Regione ha anche deciso di investire 140 mila euro l’anno per un medico e due tecnici in più da destinare all’Usmaf di Ravenna per velocizzare le operazioni”.



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