sicurezza e cambiamento

Porti

ravenna 30 giugno 2014

Progettone, 40 milioni per espropriare le aree

Il viceministro Nencini: “Con i nuovi fondali Ravenna piattaforma logistica del Paese”

30 giugno 2014 - ravenna - Visita al porto del viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, Riccardo Nencini. A bordo di una motovedetta della Capitaneria di porto e accompagnato dal comandante Giuseppe Meli e dal presidente dell’Autorità portuale, Galliano Di Marco, Nencini ha visto all’opera terminal e gru, commentando positivamente lo scalo ravennate “che è da anni uno dei migliori porti italiani, sempre tra la terza e la quarta posizione”. Nencini ha parlato della riforma delle Autorità portuali: “Ne resteranno all’incirca 14 e il fatto che Ravenna si trovi all’interno delle reti europee, in particolare del corridoio Adriatico-Baltico, depone a suo favore”. 

“Oltre ad approfondire i fondali e a potenziare le banchine – commenta Nencini – c’è un secondo progetto dell’Autorità portuale che vorremmo finanziare e riguarda i collegamenti ferroviari e commerciali”. Il riferimento è al superamento con sottopassi dei due passaggi a livello collocati in via Canale Molinetto e via Alberoni. 
Il viceministro ha ascoltato il punto sull’escavo del fondale all’imboccatura del porto e sul ‘progettone’ per l’approfondimento di tutto il canale portuale. La conferenza dei servizi (che riunisce tutti gli enti pubblici) ha dato il via libera all’escavo all’imboccatura, dove un cumulo di sabbia alto 80 centimetri ostacola l’ingresso nello scalo.
Si tratta di scavare 150-200 mila metri cubi di materiale e portarlo in mare aperto, perché le analisi chimiche hanno confermato che non presenta inquinanti.
“Possiamo iniziare a scavare subito. La draga c’è già e può essere utilizzato il contratto di manutenzione in essere”.
I lavori saranno completati entro il mese di luglio. Si lavorerà su tre turni e verranno asportate 5/6 mila tonnellate al giorno. 
Il 16 luglio, l’Autorità Portuale salirà in Municipio per presentare il piano di reperimento delle aree dove collocare il materiale di dragaggio del ‘progettone’.
L’Autorità Portuale esproprierà alla Cmc l’area logistica 3, a Porto Fuori, dove la cooperativa di via Trieste intendeva trasferire il bitumificio e la utilizzerà per stoccare il materiale dragato. Lo stesso accadrà per l’area 4, dove abitano alcune famiglie che hanno dato vita al comitato Vitalaccia Dura.
L’Autorità Portuale seguirà una linea ‘morbida’ cercando di andare incontro alle esigenze delle famiglie.
L’esproprio varrà anche per aree della Sapir in Largo Trattaroli e per un terreno, vicino al ponte mobile, di proprietà di una controllata dell’Alma Petroli. Complessivamente l’ente di via Antico Squero ha messo a bilancio 40 milioni di euro per espropriare tutte le aree. 
Il ‘progettone’ andrà al Cipe come progetto esecutivo in autunno. L’impianto per il trattamento dei fanghi da escavo verrà realizzato dove attualmente è collocata la cassa di collocata sui Piomboni, visibile da via Trieste.
E55. Il Cipe torna a occuparsi di E55.
Lo ha annunciato lo stesso Nencini. “Ora però bisogna capire se la crisi ha indebolito i privati che dovrebbero realizzare la Nuova Romea (Gefi Holding e Cmc per i tratto romagnolo). Di Marco e l’assessore regionale Peri hanno insistito sulla necessitò di partire almeno con il tratto Cesena-Ravenna-Ferrara mare, che consentirebbe al porto di connettersi con la Romea e la Cispadana.



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