sicurezza e cambiamento

Porti

roma 04 aprile 2023

Bunicci: "La disciplina sul pilotaggio va aggiornata"

Oggi a Roma l'assemblea nazionale di Fedepiloti con l'ammiraglio Carlone, Bignami, Rixi e tutto il cluster portuale

04 aprile 2023 - roma - Si è svolta nella mattinata di oggi (martedì 4 aprile) l’assemblea annuale di Fedepiloti, l’organizzazione che riunisce la maggioranza dei Piloti dei Porti italiani, presieduta da Roberto Bunicci, Capo pilota del poprto di  Ravenna.

Il dibattito si è avviato sulla base della relazione del presidente, che ha incassato subito alcuni risultati concreti.

“In questa fase di transizione e di possibili sviluppi normativi – ha detto Bunicci - vorrei caratterizzare il mandato mio e dell’attuale consiliatura, per uno sforzo particolare nel ritrovare l’unità della categoria e rafforzare, comunque e quanto meno, prassi e comportamenti omogenei se non unitari al proprio interno. 

In una situazione in cui, come si è visto, il dato normativo “esterno”, a noi presenta chiari elementi di incertezza, pensiamo che sia fondamentale, nei limiti consentiti dall’ordinamento, provvedere noi stessi a dotarci di regole interne uguali per tutti. Esse infatti servono, tra l’altro, i seguenti obiettivi: rafforzare la cd. sussidiarietà orizzontale e, in tal modo, anche la nostra consapevolezza e identità di categoria; ridurre il rischio che condotte differenti adottate da singoli e/o nelle varie corporazioni aumentino conflitti e incomprensioni, generando indesiderate situazioni di tensione; rafforzare la nostra posizione “esterna” nei diversi tavoli istituzionali nei quali siamo e saremo chiamati a partecipare, consentendoci di porci di fronte ai possibili cambiamenti normativi offrendo comportamenti e soluzioni già in essere, e ponendoci quindi come interlocutori più credibili e proattivi”.

“In tal senso – ha poi aggiunto - mi sembra opportuno e auspicabile che tutte le Corporazioni Italiane, ove non già avvenuto, adottino il Regolamento di Funzionamento della Corporazione. Regolamento che sarà necessario integrare anche alla luce delle nuove problematiche operative ed interpretative”. 

Come Fedepiloti ci siamo espressi nell’ottica di confermare una nostra disponibilità – e anzi, volontà convinta – di fornire un contributo in un eventuale tavolo di aggiornamento della disciplina sul pilotaggio, che dovrà comunque tenere ferme e valorizzare le peculiari caratteristiche del pilota e il suo ruolo, tra le quali evidenzio in particolare: a) le specifiche abilità tecniche del Pilota e il suo strettissimo collegamento con l’amministrazione deputata a garantire la sicurezza del porto e delle acque antistanti, e in generale la sicurezza in mare, di cui costituisce un soggetto ausiliario e da cui è controllato e vigilato; la tipologia delle attività svolte dal Pilota, che sono di natura tecnico-nautica, al servizio della nave e del porto, ma anche di soddisfacimento di interessi pubblici extraeconomici, quale interfaccia tra nave e territorio dello Stato; la terzietà assoluta del pilota rispetto a tutti gli “attori” portuali: durante l’intero svolgimento dei suoi servizi il Pilota deve rimanere sempre in condizione di operare con serenità di valutazione e di giudizio delle proprie scelte, necessariamente ed esclusivamente ispirate al soddisfacimento degli interessi generali sopra menzionati; l’inserimento di ciascun Pilota all’interno di una organizzazione, quale la Corporazione, funzionale a mantenere la natura pubblicistica del servizio, il suo stretto collegamento con l’Amministrazione marittima e l’indipendenza e terzietà dei Piloti; il modello organizzativo unitario, al quale obbligatoriamente partecipano tutti i Piloti del porto (o di porti vicini) e del quale solo i Piloti possono essere membri, per l’intera durata dell’attività professionale di ciascuno. Ciò garantisce  il coordinamento interno ai Piloti e la possibilità di acquisire, sul campo, un continuo flusso e scambio di conoscenze tra colleghi, particolarmente utile vista l’alta tecnicità del nostro mestiere, e utilissimo soprattutto nell’interazione tra Piloti più anziani e Piloti più giovani,  il coordinamento con l’Autorità marittima, attraverso un unico “entry point”, che è il Capo Pilota”.

Da Teresa Di Matteo, Capo dipartimento del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è venuta immediatamente la disponibilità ad aprire un tavolo tecnico per affrontare, con tutti i soggetti interessati, il tema  del regolamento dei piloti dei porti.

Lo stesso comandante generale del Corpo delle Capitanerie di porto, Ammiraglio isp. Nicola Carlone, ha dato la propria disponibilità a verificare una problematica sollevata da Bunicci: “In relazione alle inchieste conseguenti ai sinistri marittimi, e in particolare con riferimento alle inchieste formali eventualmente disposte, abbiamo avviato interlocuzioni con il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto per sollecitare la necessità di opportune modifiche alla normativa vigente, che è in massima parte quella delineata dalla circolare 8 gennaio 1963, che non appare più compatibile con le intervenute disposizioni sulla partecipazione ai procedimenti amministrativi”.

Quindi una giornata proficua sul piano dell’attenzione che le istituzioni hanno nei confronti di Fedepiloti, e interessante per i contenuti sviscerati, dalla caratteristica dell’essere ‘Corporazione’ al crescente ruolo del Mediterraneo nelle rotte commerciali: questo mare rappresenta il 3% delle aree coperte dall’acqua marina ma vi transita il 25% dell’interscambio merceologico globale.

“Nel momento in cui salite a bordo di una nave – ha detto il vice ministro alle Infrastrutture, Galeazzo Bignami – svolgete un servizio pubblico, assolvete a doveri e servizi dello Stato. Nel momento in cui salite a bordo infondete un senso di sicurezza di chi prende possesso di una situazione non semplice, perché se fosse semplice  non richiederebbe un grado di tecnalità che è stato riconosciuto dalla Cassazione nel 2020. Tutto ciò si manifesta nel fatto che, se tutto va bene, nessuno si accorge della vostra funzione, ma voi risolvete i problemi prima ancora che esistano”.

Tra i diversi interventi, quello di Alessandro Santi, presidente di Federagenti, che ha messo il dito nella piaga dell’iter lungo, e spesso con esito negativo, che caratterizza i dragaggi in Italia. “I nostri porti non possono vivere con questa perenne incertezza, dobbiamo uniformarci ai porti del Nord Europa”.

Il vice ministro Rixi, tra gli altri temi toccati, si è particolarmente soffermato sulla riforma portuale e sul confronto accesso con l’Europa in materia di concessioni.

“Abbiamo un dialogo quotidiano con l’Europa, Bruxelles insiste in particolare sulla necessità che siano enti terzi a gestire le concessioni. Un’ipotesi che stiamo vagliando è quella di affiancare all’Autorità di Regolazione dei Trasporti un’altra Authority. È ancora da vedere se sarà necessario intervenire subito o se potremo farlo organicamente nella riforma sulla governance portuale che, inserita fra gli obiettivi del prossimo Def, chiuderemo entro l’estate del 2024. Con essa contiamo di metter fine ai rilievi europei sui nostri porti, che scaturiscono in sostanza dalla natura di enti pubblici non economici delle nostre Autorità portuali, enti economici a tutti gli effetti nella visione di Bruxelles”.


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