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ravenna 28 dicembre 2023

Compagnia Portuale, fiducia nel futuro malgrado le difficoltà

Il presidente Luca Grilli analizza l'anno che si chiude e le prospettive del porto

28 dicembre 2023 - ravenna - Luca Grilli, presidente della Compagnia Portuale, fa il punto della situazione sull'andamento della società nel 2023 e interviene su tariffe, ingresso di fondi e gruppi armatoriali nel porto di Ravenna, transizione ecologica.

Grilli, un 2023 difficile per l'andamento dei traffici. Come ha impattato sulla Compagnia Portuale? 
«Quest’anno abbiamo rifiatato. Venivamo dalla seconda metà del 2021 e dal 2022, che, al di là del record di movimentazione di tonnellate nel porto di Ravenna, sono stati uno stress test importante per noi perché dovevamo riprenderci numericamente e professionalmente dal Covid che aveva bloccato formazione e assunzioni, praticamente tutto. 
Il 2023 è stato impegnativo. I numeri, secondo me, vanno pesati e non contati, perché dire che il traffico è calato del 5, 6 o 7% potrebbe essere riduttivo e non sembrare così grave come in realtà io credo che sia. 
Diciamo che approfittiamo di quest’anno non entusiasmante dal punto di vista dei traffici per riprenderci, per riconsolidare i nostri investimenti e il nostro livello di formazione dopo un anno e mezzo in cui abbiamo lavorato sostanzialmente in overbooking. 
Questo 2023 agrodolce si sta chiudendo con una ulteriore diminuzione di occasioni di lavoro sapendo che i cantieri dell’hub non hanno ancora impattato così tanto come secondo me faranno.  Crediamo che Ravenna sia pronta ad affrontare questa situazione, per ripartire ancora più forte di prima».

Come chiuderete il bilancio di quest’anno?
«Il 2023 ci ha visto affrontare con tutti i terminalisti un tema molto importante, quello degli aumenti tariffari dovuti a un Istat a doppia cifra pari all’11,3%. Utopistico pensare che i terminalisti ci diano l'11,3%, però ogni giorno lavoriamo per ottenere un risultato il più vicino possibile a quella percentuale.
L'ultimo bilancio sostanzialmente è stato un pareggio e siamo tornati oltre i 30 milioni di fatturato. Siamo una cooperativa di lavoro e il pareggio significa che siamo riusciti a distribuire ai soci le nostre parti attive sfruttando le leggi presenti.
Abbiamo firmato qualche contratto integrativo di secondo livello. Oggi non servono solo mani che tirano delle braghe, oggi serve una testa che pensa e fa le operazioni in maniera corretta. Per noi corretta significa in sicurezza, con un pacchetto formativo che permette di lavorare bene e, come diciamo sempre, di riuscire la sera a tornare a casa dalla famiglia».

Quanti soci ha la cooperativa?
«Siamo riusciti ad aumentare l'organico e questo è stato anche il frutto delle belle risposte che abbiamo dato nel 2022. Proprio nel 2023, l'Autorità di Sistema Portuale ha portato la nostra pianta organica a 420 soci. 
Ad oggi siamo 380, con una base forte di 80 interinali che però sempre con più fatica riusciamo a tenere al nostro fianco nel momento di comparazione del lavoro perché chiaramente sono i primi a subire una diminuzione del loro reddito. Vorremmo fare future stabilizzazioni. Le tempistiche e modi le diranno il porto e i nostri soci nelle assemblee dedicate, che sono sempre sovrane».

A proposito delle tariffe del porto di Ravenna, cosa dice?
«Sicuramente a ogni trattativa con i 21 terminalisti del porto di Ravenna ci sentiamo dire che se non caliamo la tariffa spostano il traffico a Marghera. 
Fra Trieste, Venezia, Ravenna e Ancona c'è sicuramente una guerra delle tariffe, ma sono abbastanza simili ed è una cosa positiva, perché chiaramente la concorrenza leale a noi fa solo piacere. Ma siamo i primi a non abbassare le tariffe se questo significa non rispettare qualche regola, la sicurezza o le norme sul lavoro e riteniamo che non sia il dumping tariffario a muovere i traffici».

Cosa pensa dei fondi e dei gruppi armatoriali che arrivano a Ravenna e comprano terminal?
«Siamo responsabilmente preoccupati dai gruppi armatoriali che fanno il mordi e fuggi, che arrivano senza investire un solo euro per il territorio. 
Se lo facessero, andrebbero visti come una opportunità e dovremmo riuscire a coglierne i benefici come avviene con il Gruppo Grimaldi che rispetta le regole e l’idea di portualità di Ravenna».

Ravenna viene definita capitale dell’energia. Quali dovrebbero essere le condizioni della transizione ecologica?
«Tutto ciò che porta ad avere un'economia più sostenibile non può che trovarci d'accordo. 
Sono preoccupato dai costi, ricordiamoci che noi lavoriamo merci e se il loro sbarco e imbarco è messo a repentaglio dal fatto che le tariffe sono più alte perché sono diventato un porto green allora secondo me bisogna diminuire, non fermare ma sicuramente adeguare, la curva di avvicinamento verso questo obbiettivo».
m.v.v.


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