Energia
ravenna
15 febbraio 2024
Bocciatura del Pitesai, Mingozzi (Pri): «Ora provvedimenti che consentano la ripresa delle estrazioni»
Dopo la sentenza del Tar del Lazio: «Non si costruisca un secondo Pitesai, serve un piano delle risorse energetiche che consenta alle imprese ravennati dell'oil&gas di riprendere un'attività che aiuta l'occupazione e fa crescere l'economia»
15 febbraio 2024 - ravenna - Due giorni fa il Tar del Lazio ha bocciato il "Pitesai", Il Piano per la transizione energetica sostenibile, voluto dal M5s e varato nel 2021, che dopo un lungo iter che ha coinvolto Regioni, Commissione Via/Vas, istituzioni e tre Governi aveva definito aree e luoghi dove veniva consentita l'estrazione di idrocarburi in terra e mare, superando la precedente moratoria che durava da tre anni.
«Anche se il ricorso di Padana Energia e Gas Plus che ha dato origine alla bocciatura era motivato prevalentemente da osservazioni inerenti le concessioni in terra, il Pitesai congela anche le possibili nuove estrazioni in mare di gas, particolarmente utili al Paese quelle previste in Adriatico» afferma l'esponente ravennate del PRI Giannantonio Mingozzi.
«Questo strumento, quasi un Piano regolatore delle risorse energetiche, era contestato da più parti e con una così lunga gestazione ha finito per prolungare ulteriormente le attese novità in ordine a concessioni e permessi di ricerca che sono alla base di ogni scelta operativa, continua l'esponente dell'Edera, e quindi c'è da augurarsi che non si ricominci da capo a costruirne un secondo che ci farebbe perdere altro tempo e non cancellerebbe le ragioni del ricorso».
«Di fatto, come si evince dalla pronuncia del Tar, le procedure semplificate per potenziare produzione e approvvigionamento di gas dalle imprese del settore evidentemente non erano efficaci per questo scopo, quindi i vincoli e le rigidità erano maggiori delle opportunità e alla fine nessuna novità apprezzabile è emersa né si sono sveltiti i tempi».
«A nostro avviso - conclude Mingozzi - Governo e istituzioni, Ministero dell'ambiente e della transizione ecologica e organismi di controllo e verifica ambientale sono perfettamente in grado di disporre provvedimenti che consentano finalmente la ripresa delle estrazioni, almeno in Adriatico, per contribuire a un Piano delle risorse energetiche che non abbia la palla al piede di un nuovo Pitesai ma aiuti la crescita delle risorse italiane e consenta alle imprese dell'Oil&Gas ravennati di riprendere un'attività che aiuta l'occupazione e fa crescere l'economia».
© copyright Porto Ravenna News
«Anche se il ricorso di Padana Energia e Gas Plus che ha dato origine alla bocciatura era motivato prevalentemente da osservazioni inerenti le concessioni in terra, il Pitesai congela anche le possibili nuove estrazioni in mare di gas, particolarmente utili al Paese quelle previste in Adriatico» afferma l'esponente ravennate del PRI Giannantonio Mingozzi.
«Questo strumento, quasi un Piano regolatore delle risorse energetiche, era contestato da più parti e con una così lunga gestazione ha finito per prolungare ulteriormente le attese novità in ordine a concessioni e permessi di ricerca che sono alla base di ogni scelta operativa, continua l'esponente dell'Edera, e quindi c'è da augurarsi che non si ricominci da capo a costruirne un secondo che ci farebbe perdere altro tempo e non cancellerebbe le ragioni del ricorso».
«Di fatto, come si evince dalla pronuncia del Tar, le procedure semplificate per potenziare produzione e approvvigionamento di gas dalle imprese del settore evidentemente non erano efficaci per questo scopo, quindi i vincoli e le rigidità erano maggiori delle opportunità e alla fine nessuna novità apprezzabile è emersa né si sono sveltiti i tempi».
«A nostro avviso - conclude Mingozzi - Governo e istituzioni, Ministero dell'ambiente e della transizione ecologica e organismi di controllo e verifica ambientale sono perfettamente in grado di disporre provvedimenti che consentano finalmente la ripresa delle estrazioni, almeno in Adriatico, per contribuire a un Piano delle risorse energetiche che non abbia la palla al piede di un nuovo Pitesai ma aiuti la crescita delle risorse italiane e consenta alle imprese dell'Oil&Gas ravennati di riprendere un'attività che aiuta l'occupazione e fa crescere l'economia».
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