Interviste
Compagnia Portuale. Grilli: «2023, un anno impegnativo»
«Quest’anno abbiamo rifiatato. Venivamo dalla seconda metà del 21 e dal 22, che al di là del record di movimentazione di tonnellate nel porto di Ravenna, sono stati uno stress test importante per noi perché dovevamo riprenderci numericamente e professionalmente dal Covid che aveva bloccato formazione e assunzioni, praticamente tutto.
Il 2023 è stato impegnativo, i numeri secondo me vanno pesati e non contati, perché dire che il traffico è calato del 6 o 7% potrebbe essere riduttivo e non sembrare così grave come in realtà io credo che sia. C’è tutto un settore merceologico, quello del ferro complesso, che è calato molto. Ravenna, il porto numero uno per le rinfuse, sta vivendo un momento di difficoltà soprattutto nei materiali da costruzione.
Diciamo che approfittiamo di questo 2023 non entusiasmante dal punto di vista dei traffici per riprenderci, per riconsolidare i nostri investimenti e il nostro livello di formazione dopo un anno e mezzo in cui abbiamo lavorato sostanzialmente in overbooking.
Abbiamo portato avanti dal punto di vista sindacale un nuovo contratto integrativo con i lavoratori in somministrazione, per riuscire a fidelizzarli sempre di più perché sostanzialmente sono il nostro investimento futuro per la società. Quindi, questo 2023 agrodolce si sta chiudendo con una ulteriore diminuzione di occasioni di lavoro sapendo che i cantieri dell’hub non hanno ancora impattato così tanto come secondo me faranno.
Crediamo che Ravenna sia pronta ad affrontare questa situazione, per ripartire ancora più forte di prima, lo facciamo con spirito di sacrificio. La Compagnia portuale è pronta, se anche i terminalisti lo saranno questo fine 2023 e inizio 2024 sarà un momento di riassestamento per tutti».
Come chiuderete il bilancio di quest’anno?
«Non sappiamo ancora come andrà il mese di dicembre, ma il 2023 non è stato particolarmente ricco, anche perché ci ha visto affrontare con tutti i terminalisti un tema molto importante, quello degli aumenti tariffari dovuti a un Istat a doppia cifra pari all’11,3%. Utopistico pensare che i terminalisti ci diano l'11,3%, però ogni giorno lavoriamo per ottenere un risultato il più vicino possibile a quella percentuale.
L'ultimo bilancio sostanzialmente è stato un pareggio e siamo tornati oltre i 30 milioni. Siamo una cooperativa di lavoro e il pareggio significa che siamo riusciti a distribuire ai soci le nostre parti attive sfruttando le leggi presenti.
Abbiamo usato anche l'innalzamento a 3mila euro del fringe benefit, con premi di risultato che seguivano l'andamento del porto, provando a stimolare tutti i soci in un'attività sempre migliore a livello numerico e qualitativo. Abbiamo firmato qualche contratto integrativo di secondo livello, che andava nella direzione della professionalizzazione che è quello che ci chiede il porto. Oggi non servono solo mani che tirano delle braghe, oggi serve una testa che pensa e fa le operazioni in maniera corretta. Per noi corretta significa in sicurezza, con un pacchetto formativo che permette di lavorare bene e, come diciamo sempre, di riuscire la sera a tornare a casa dalla famiglia».
Quanti soci ha la cooperativa?
«Siamo riusciti ad aumentare l'organico e questo è stato anche il frutto delle belle risposte che abbiamo dato nel 2022. Proprio nel 2023, l'Autorità di Sistema Portuale ha aumentato la nostra pianta organica a 420 soci.
Ad oggi siamo 380, con una base forte di 80 interinali che però sempre con più fatica riusciamo a tenere al nostro fianco nel momento di contrazione del lavoro perché chiaramente sono i primi a subire una diminuzione del loro reddito.
Vorremmo fare future stabilizzazioni, le tempistiche e modi le diranno il porto e i nostri soci nelle assemblee dedicate, che sono sempre sovrane».
A proposito delle tariffe del porto di Ravenna, cosa dice?
«A ogni trattativa che abbiamo con i 21 terminalisti del porto di Ravenna ci sentiamo dire che se non caliamo la tariffa spostano il traffico a Marghera. Fra Trieste, Venezia, Ravenna e Ancona c'è sicuramente una guerra delle tariffe ma sono abbastanza simili ed è una cosa positiva, perché chiaramente la concorrenza leale a noi fa solo che piacere. Ma siamo i primi a non abbassare le tariffe se questo significa non rispettare qualche regola, la sicurezza o le norme sul lavoro, e riteniamo che non sia il dumping tariffario a muovere i traffici».
Cosa pensa dei fondi e dei gruppi armatoriali che arrivano a Ravenna e comprano terminal?
«Siamo responsabilmente preoccupati dai gruppi armatoriali che fanno il mordi e fuggi, che arrivano senza investire un solo euro per il territorio. Se lo facessero, andrebbero visti come una opportunità e dovremmo riuscire a coglierne i benefici come avviene con il Gruppo Grimaldi che rispetta le regole e l’idea di portualità di Ravenna».
Ravenna viene definita capitale dell’energia. Quali dovrebbero essere le condizioni della transizione ecologica?
«Tutto ciò che porta ad avere un'economia più sostenibile non può che trovarci d'accordo. Sono preoccupato dai costi, ricordiamoci che noi lavoriamo merci e se il loro sbarco e imbarco è messo a repentaglio dal fatto che le tariffe sono più alte perché sono diventato un porto green allora secondo me bisogna diminuire, non fermare ma sicuramente adeguare, la curva di avvicinamento verso questo obbiettivo».
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