sicurezza e cambiamento

Energia

roma 04 dicembre 2015

Ministro Guidi: Italia hub naturale del gas

L'analisi di Confindustria in un articolo del Sole 24 Ore

04 dicembre 2015 - roma - "L'Italia ha tutte le carte in regola per proporsi come hub naturale del gas e fornirle l' assist necessario per realizzare nei fatti l' agognata diversificazione, che vuol dire anche maggiore competitività nel mercato unico". Lo afferma l'edizione odierna del Sole 24 Ore, in una approfondita analisi del settore energetico.

Confindustria ha saputo riunire attorno allo stesso tavolo, nell' ambito del convegno "Prospettive del mercato italiano del gas nel contesto europeo". "Il mercato del gas naturale italiano, tra i più importanti in Europa per volumi consumati (il terzo con 62 miliardi di metri cubi l' anno di richiesta corrente, ndr), e la posizione geopolitica del nostro paese, può rappresentare un' opportunità di centrale importanza per la sicurezza e l' economicità degli approvvigionamenti dell' intero continente europeo», rimarca con forza il direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci, aprendo i lavori.
Ben sapendo che, su questo progetto, Viale dell' Astronomia può contare adesso anche su un solido asse tra Roma e Bruxelles, che emerge chiaramente dalle parole pronunciate poco dopo dalla titolare dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, e, soprattutto, dal vicepresidente della Commissione Europea, Maroš Šefčovič, che arriva al convegno nel bel mezzo del suo "Energy Union Tour", dopo un faccia a faccia mattutino con lo stesso ministro e, poco dopo, con l' ad di Eni, Claudio Descalzi. 

«Siamo sempre stati un paese di destinazione per il gas. Oggi possiamo, e soprattutto vogliamo diventare un paese di transito, il crocevia europeo del gas», sottolinea la Guidi. E Šefčovič, che le siede accanto, annuisce, riconoscendo che l' Italia, come ribadirà nel pomeriggio anche in Parlamento, «è nella posizione cruciale per diventare hub del gas per il resto d' Europa».

Il position paper di Confindustria, - afferma il Sole 24 ore - ed efficacemente sintetizzato dal suo vicedirettore per le politiche industriali, Massimo Beccarello, mette appunto in fila gli assi nella manica dell' Italia: più di dieci fonti di approvvigionamento potenziali (a quelle tradizionali si aggiungono il gas azero in arrivo via Tap, che ora conta anche sull' ingresso di Snam nell' azionariato, come pure ulteriori flussi dal bacino del Mediterraneo Orientale, in cui spicca la super scoperta di Zohr targata Eni, e ancora dal Medioriente), un ulteriore scatto della produzione interna (che, anche grazie all' apporto del biometano, toccherà i 12 miliardi di metri cubi nel 2020), cui si affianca l' elevata capacità di stoccaggio, e, nel breve periodo, una notevole flessibilità che fa leva sulle disponibilità presenti nei gasdotti e nei terminali di Gnl. 

Un "bacino" enorme, quindi, che, sfruttando altresì il "reverse flow" di matrice Snam (lungo il corridoio Nord-Sud), la liquidità in crescita al punto di scambio virtuale e un modello di entry-exit senza particolari congestioni interne, potrebbe soddisfare variamente la domanda europea sia verso i paesi confinanti, ma anche rispetto alla crescente richiesta di metano che giunge dai Balcani. Con un filo rosso evidente: il rafforzamento dell' asse sud-nord, l' unico percorribile se l' Europa vuole davvero smarcarsi dalla Russia.

Claudio Descalzi, numero uno dell' Eni, lo dice con la consueta franchezza. «L' Europa è piena di infrastrutture ma non sono interconnesse. Le infrastrutture devono essere collegate anche perché rappresentano la nostra risorsa in una situazione in cui, in Europa, non abbiamo risorse». E i numeri sul gas, che Descalzi ricorda, sono emblematici. «Quindici-venti anni fa l' Europa produceva il 58% dei suoi bisogni. Ora produciamo il 35% delle nostre necessità e tra 7-8 anni ne produrremo il 18%. Con le politiche europee attuali, che vedono le perforazioni gas come un crimine, presto non produrremmo più niente».

Serve dunque un futuro di coerenza, anche sulle infrastrutture, e una spinta alla diversificazione, come ribadisce anche Bruno Lescoeur, numero uno di Edison. Carlo Malacarne, ad di Snam, traduce così il paradigma. «La chiave di volta è la realizzazione di interconnessioni intelligenti e l' unione dei mercati energetici». Gli sforzi degli Stati, sotto la regia comune di Bruxelles, vanno dunque rilasciati con attenzione.


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