sicurezza e cambiamento

Interviste

01 aprile 2014

Serracchiani (PD): "Entro l'anno la riforma dei porti"

01 aprile 2014 - Il Pd ha presentato oggi a Roma la proposta di riforma dei porti. Il documento è stato predisposto da Debora Serracchiani, presidente della Regione Friuli nonché responsabile Infrastrutture del partito guidato da Renzi.

Serracchiani, quali sono i cardini della proposta Pd?

“L’obiettivo di fondo di questa riforma è soddisfare l’esigenza di costituire nel nostro Paese una rete integrata dei trasporti, indispensabile per ridurre i costi generati dall’inefficienza logistica. Nello specifico, sarà prevista una nuova classificazione dei porti distinguendo quelli finalizzati alla difesa militare e alla sicurezza dello Stato, quelli del “core network”, i “comprehensive network” e quelli di rilevanza economica. Le competenze tra Stato e Regioni saranno ben delineate considerando anche la riforma del titolo V.

Per quanto riguarda le autorità portuali, stabilite inizialmente in un numero massimo di 14, si conferma la loro natura pubblica con relativa autonomia amministrativa e organizzativa, di bilancio e finanziaria. Per raggiungere l’obiettivo di razionalizzare e migliorare l’impiego delle autorità portuali, aggiorneremo le loro funzioni attraverso la possibilità di integrarsi tra loro e con altri soggetti operanti nella filiera logistica.
Importante, infine, è la previsione di un atto di indirizzo strategico per la definizione dell’assetto della rete portuale e logistica, adottato con un piano nazionale dei trasporti e della logistica”.

Quali tempi parlamentari si aspetta per il varo della legge di riforma?

“Stiamo costruendo la riforma lavorando in accordo con il Ministro Lupi e con i suoi uffici, per cui ritengo che i tempi possano essere molto brevi”.

In generale, come vede la competitività dei porti adriatici?

“Le potenzialità dei porti adriatici, anche grazie al corridoio Baltico-Adriatico che raggiungerà Ancona, sono enormi. Finora un insieme di elementi, non esclusa una dose di miopia strategica e di conservatorismo localista, ha impedito che queste potenzialità si esprimessero com’era già possibile. La crisi e altri problemi stanno rallentando la corsa di Capodistria, con cui ci sarebbe un ragionamento profondo da fare in termini di sinergia con Trieste. In Croazia, ad esempio su Fiume, stanno arrivando ingenti risorse europee, e quindi c’è da aspettarsi un aumento di dinamicità da quegli attori. Quindi, la riforma ci serve anche in Adriatico, se vogliamo creare un sistema integrato di trasporto logistico, che trasformi la competitività potenziale in fattore concreto da mettere sul mercato”.


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