sicurezza e cambiamento

Interviste

ravenna 30 novembre 2017

Bunicci (Piloti): "Nuove tecnologie e più sicurezza"

30 novembre 2017 - ravenna - Parliamo di sicurezza della navigazione del porto di Ravenna con il Capo Pilota Roberto Bunicci.

Quello di Ravenna è un porto canale che dal mare va verso la città. Quali condizioni di sicurezza per la navigazione si rendono necessarie per affrontare questa configurazione?

Ravenna è una realtà molto particolare che nella sua storia nasconde anche il suo futuro. È facilmente riscontrabile che a ogni consistente miglioramento infrastrutturale, sono seguiti aumenti di traffici anche molto significativi.
Il nostro scalo sconta una peculiarità unica in Italia, ovvero di essere l'unico porto canale che è al tempo stesso, sponda di accosto delle navi che svolgono operazioni commerciali e delle navi che vi transitano per uscire o ormeggiare.
In questo delicato contesto, il ruolo del Pilota è ancor più vitale per i Comandanti delle navi, che traggono insostituibili informazioni dalla presenza del pilota. La conoscenza del presumibile comportamento della nave in spazi ristretti, dovrà necessariamente integrarsi in un ancor più ampio quadro, entro il quale la nave si muoverà.
Contesto soggetto, nella realtà Ravennate, a notevoli cambiamenti nel caso di mutamenti dei fondali, ma anche a causa di restringimenti per cantieri, navi ormeggiate e in operazioni commerciali, operazioni di bunkeraggio, passaggi di altre unità minori o incroci con altre navi in movimento. Questi sono alcuni dei motivi, per cui si rende necessario una quotidiana e costantemente rinnovata conoscenza degli ambiti portuali da parte dei piloti”.

Tecnologicamente, com'è cambiata la sicurezza rispetto al passato?


“L'apporto delle nuove tecnologie ha dato ovunque nuove spinte all'accrescimento degli standard di sicurezza e anche il comparto marittimo navale non ne è stato esente. Seppur conservando le antiche buone norme di navigazione, la “e-Nav” ha ampliato la gamma di in-
formazioni a disposizione degli operatori. Poi starà alla professionalità dell'uomo “on duty” impiegare al meglio queste informazioni.

La sicurezza personale del Pilota, ha visto l’introduzione di nuovi dispositivi di segnalamento man overboard di tipo automatico, sulle frequenze dei normali apparati marini AIS (Automatic Identification System). In pratica, un piccolo radio beacon personale, installato sul giubbotto salvagente di ciascun pilota, che in caso di caduta in mare, attiva un messaggio tipo SART (Search And Rescue Transponder) che permette la localizzazione del beacon sui monitor degli ECDIS (Electronic Chart Data Information System) nave e della pilotina. Naturalmente il valore in termini di sicurezza, è ancor maggiore in caso di uomo a mare in orari notturni e in condizioni meteo difficili”.

Il pilota come contribuisce a rendere la sicurezza sempre ottimale, nonostante la tecnologia?

“Appunto grazie all'impiego di strumenti dedicati, applicati al massimo grado di efficenza, i Piloti di Ravenna possono offrire, primi nel Mediterraneo e al pari dei colleghi Nord-Europei, l'impiego di strumenti utili al miglioramento dello standard di sicurezza nei bacini portuali.
Dal miglioramento dello standard di sicurezza, ne conseguono traffici tendenzialmente più fluidi e con miglioramenti alla operatività del porto. Da qui il concetto più volte espresso dall'Amm. Isp. Melone, che ha coniato il concetto di “sicurezza produttiva” ovvero la risultanza di produttività che l’effetto della maggiore sicurezza genera sull’insieme dei traffici nei porti Italiani”.

Qual è l'ultima dotazione in tema di sicurezza?

“L'ultima dotazione riguarda l'universo PPU, con i suoi ultimi upgrade, capace di raccogliere anche i dati AIS delle navi circostanti, con un migliore grado di stabilità e finalmente, grazie alla nuova edizione della carta del porto di Ravenna, su cartografia ufficiale riconosciuta
IHO.
Questi nuovi GPS, al pari degli impianti differenziali DGPS, sono in grado di offrire un “fix” di altissima precisione, che i piloti impiegano al meglio, sulle unità di maggiori dimensioni, cosi come su pontoni con mega strutture, dove possono operare anche 3 o 4 piloti insieme alle pilotine, per confermare a livello ottico, le informazioni raccolte in via strumentale. Anche in condizioni di scarsa visibilità il PPU, contribuisce in maniera evidente al miglioramento della sicurezza, di fatto poi contribuendo ad allungare l'operatività portuale in condizioni marginali”.

Se dovessimo paragonare il livello di preparazione dei piloti ravennati rispetto a quelli del Mare del Nord, come la definirebbe?

“Non sta a me il giudizio finale, ma a coloro i quali ci osservano, e hanno il giusto grado di competenza per valutare fino in fondo, i rischi insiti nella manovra e tutte le misure vengono continuamente applicate, per mitigarne i potenziali effetti.


A questo proposito, posso riportare ottimi riscontri da parte dei nostri primi clienti, ovvero i Comandanti delle navi, che non mancano mai di ricordarci quanto impegnativo sia il canale Candiano, specie quando vi approdano dopo lunghe navigazioni in mari sconfinati e apprezzano l’impiego di ogni moderno equipaggiamento per il servizio.


Anche i colleghi Piloti, ci riconoscono grandi meriti per la professionalità, proprio a causa delle maggiori difficoltà rappresentate da un porto multiforme e multi tipologia come Ravenna. In un paio di occasioni abbiamo avuto ospite a Ravenna, quale scambio professionale proprio sul tema PPU, il pilota di Rotterdam Thomas Van Der Hoff, che ha riportato a casa esperienze di un canale angusto e impegnativo nel quale non è ammessa alcuna distrazione.


Viceversa, anche dalle sue esperienze sono venuti interessanti spunti, sia in ordine generale, che sul corretto impiego del PPU, insieme ai complimenti per la complessità di alcune manovre si svolgono nel nostro porto”.


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