Porti
Dogane, Francesco Papoff nuovo dirigente
Prende servizio oggi, lunedì 16 ottobre. Ancora irrisolto il problema del personale
Da anni le associazioni di categoria pongono il problema della carenza di organico dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli al porto di Ravenna. A partire da Ader, l’associazione dei Doganalisti la cui sezione ravennate è presieduta da Alessandra Riparbelli, e Arsi, gli Spedizionieri ravennati rappresentati da Danilo Belletti.
A loro si aggiunge la Cisl Funzione Pubblica Romagna con il suo segretario generale Mario Giovanni Cozza.
Il tema torna di attualità alla notizia dell’arrivo in città oggi, lunedì 16 ottobre, del nuovo direttore dell’ente, Francesco Papoff, proveniente dalla Dogana di Bologna e vincitore del concorso per dirigente, al posto di Giovanni Mario Ferente.
Un cambio ai vertici che, secondo Cisl Romagna, non cambia però la situazione: 59 dipendenti sono troppo pochi, servirebbero almeno 30 nuovi assunti per far fronte alla mole di lavoro della Dogana che – nel 2022 – ha prodotto introiti per 1 miliardo e 48 milioni.
Considerato lo sviluppo del terminal crociere di Porto Corsini e il turn-over da pensionamento, il fabbisogno salirebbe ad almeno 50 nuovi funzionari. Per far fronte a un numero crescente di navi e a circa 300mila passeggeri da controllare, occorrerebbe infatti una struttura fissa e prevalentemente dedicata al servizio passeggeri. Ma la carenza di personale che caratterizza l’Ufficio delle Dogane di Ravenna non lo consente, in quanto era già sotto organico senza il boom delle crociere.
Inoltre, con l’escavo dei fondali del canale Candiano, anche il traffico commerciale è destinato a crescere e, di conseguenza, la necessità di controlli.
Malgrado i solleciti arrivati da tutti i livelli, la situazione non cambia, anzi potrebbe peggiorare già nel 2024 quando altre sette persone andranno in pensione.
Secondo gli operatori occorrono vere e proprie politiche di reclutamento e, quindi, concorsi, interpelli dedicati e procedure di mobilità da altri enti, per garantire la tenuta dell’ufficio delle Dogane e, quindi, di un presidio di legalità efficiente.
Un’impresa di non facile soluzione se si considera da un lato la difficoltà di formare nuovi funzionari attraverso la professionalità dei più esperti, e dall’altro le nuove esigenze dei giovani che non ambiscono più solo alla stabilità lavorativa ma anche a gratifiche che è più facile trovare nel settore privato.
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